175 Mentre scherzando ella s' aggira, ed erra, Se 176 Pur fa, che il padre (tanto, e tanto accenna) Seguendo lei nel nudo lito scende, Dove l'unghia sua fessa usa per penna 177 Quando il misero padre in terra legge, Raddoppia il duol, la pena, il grido e il pianto; 178 O dolce figlia mia, che in ogni parte Da dove nasce il sol fin all' Occaso, Già ti cercai, nè mai potei trovarte E finalmente or t'ho trovata a caso; Figlia, onde il cor per gran duol mi si parte, Mentre ch' io penso al tuo nefando caso; O dolce figlia mia, deh chi t'ha tolto Il tuo leggiadro e delicato volto? Metamorfosi Vol. I. 7 Dicta refers: alto tantum suspiria prodis Pectore: quodque unum potes, ad mea verba remugis. At tibi ego ignarus thalamos taedasque parabam: Spesque fuit generi mihi prima, secunda nepotum. De grege nunc tibi vir, nunc de grege natus habendus. 660 Nec finire licet tantos mihi morte dolores: 665 664. Stellatus Argus. Quod ejus oculi ad similitudinem stellarum micarent. 666. Ipse procul. Prope. Nam in propinquum montem ascenderat, unde sedens in omnes partes spectaret. Sic Virgil. Ecloga 8. Serta procul tantum capiti delapsa. 179 Deh, perchè col parlar non mi rispondi? Ma sol col tuo muggir ti duoli, e lagni? E il tuo parlar col tuo muggir confondi? E col muggito il mio pianto accompagni ? Tu sai dal mio parlar, che duol m'abbondi; Vedio dal tuo muggir, come tu piagni. lo parlo, e fo quel che si dee fra noi: Ma tu sol muggi, e fai quel che far puoi. 180 Oimè: che le tue nozze io preparava Per la mia vecchia età dolce ristoro; 181 Potessi almen finir con la mia morte Mentre il misero vecchio ancor si duole, E Che scopre |