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d'illustri autori, tra le quali piacemi di rammentare quelle dell'architetto Leon Battista Alberti, uno dei più grandi uomini del secolo decimoquinto. Fra i pittori fiorirono in Vercelli Giuseppe Giovenone, Bernardino Lanino, ed in Torino Alessandro Serra. Anche Iacopo Rossignolo pittor di Livorno fu adoperato da Emmanuele Filiberto, come si può vedere dal suo epitaffio che è nella chiesa di san Tommaso. Nè del mediocre si contentava questo Principe: e per gl'intagli, per la scultura, per l' architettura ebbe al suo servigio Gian Paolo Doveri torinese, Giovanni Criegher, Mario D'Alvigi perugino (2), Orazio Paciotto (3), e il Palladio; per gli orologi Iacopo Mayeto, e per la magnifica opera della fontana nel giardino ducale si valse di Giambatista Benedetti (4) da lui

(1) V. nei Registri del controllo che si conservano negli Archivi camerali l'ordine di Emmanuele Filiberto del 1.o dicembre 1568, ed un altro del 30 maggio 1569 perchè fosse pagato al nobile Giovanni Criegher il viaggio da Venezia a Torino.

(2) Elog. stor. di Emmanuele Filiberto. Vercelli, 1789, in-4.o, a pag. 57 e seg.

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(3) Emmanuele Filiberto usa d'udire ogni giorno una lettione o d'Euclide o d'altro scrittore di quella scienza (matematica) da un missier Gio. Batt. Benedetti veneto, huomo per opinione non solamente mia, ma di molti valentuomini ancora il maggiore, che oggidì faccia questa professione . . . ha ancora il signor Duca un valentissimo architetto, al quale dà 1500 scudi d'oro di provisione, et si domanda il Pachiotto con il quale spende anco quella parte del giorno, che li resta libera dalle audienze e negozii in dissegnar fortezze, machine da espugnarle, modi di condur artiglierie per la montagna e cose simili... V. Relazione di Francesco Morosini, stampata dal cav. CIBRARIO nella cit. Memoria dei governatori, dei maestri ecc. V. MENOCHII Consil. 1062, 1063.

(4) Questi è quel Benedetti, che viene da alcuni annoverato fra i professori di matematica dello studio torinese, e fu riguardato come il precursore dell' immortale Galileo.

splendidamente rimunerato. Cercò in Venezia fabbricatori di gondole e fisolere (1); fe' venire da Milano Pompeo armarolo; per l'arte della seta concedette privilegio a Bartolommeo Bolino genovese perchè la introducesse nello stato, cominciando da Vercelli; e ricettava nel palazzo ducale un Nani d'Urbino, maestro di fabbricar maiolica (2). Nel suo regno si accrebbe anche l'usanza di onorar con medaglia i personaggi illustri; e tra essi meritano particolar menzione il conte Federigo Asinari di Camerano, valoroso egualmente in armi ed in lettere (3), Francesco Peverone da Cuneo (4), Baldassarre Ravoyra signor della Croce, consigliere di stato, che dalla prima sua gioventù era stato adoperato nelle ambasciate e negli affari di stato, Filiberto Pingone, Maria de Grillet contessa di Pancalieri, governatrice del Principe di Piemonte nel 1575, e finalmente Beatrice Langosco figliuola del gran cancelliere, e moglie del conte Francesco Scarampo di Vesme.

Con questi provvedimenti ed altri che io taccio per non uscire dai termini della storia, che mi sono proposto di scrivere, quel gran Principe di Emmanuele Filiberto gittò le fondamenta di quella floridezza di cui godette il Piemonte sotto il regno di Carlo Emmanuele I, e meritossi il titolo di secondo padre della monarchia di Savoia.

(1) V. Lettera a S. A. del 10 di giugno 1566 nell'Arch. camerale. (2) CIBRARIO, Memoria cit.

(3) NAPIONE, Vita di Federico Asinari nel vol. xxII delle Memorie dell'Accademia delle scienze di Torino.

(4) Scrisse opere di aritmetica e di geometria che si stamparono in Lione nel 1581.

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CAPO IV.

Morte di Emmanuele Filiberto.

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Qualità di Carlo Emmanuele I.

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Sue opere di pace. Tumulti sorti nell' università. Collegio di dodici scolari, fondato in Torino dal cardinale Guido Ferrero. · Deputati dell' università nel ricevimento di Catterina d'Austria, sposa di Carlo Emmanuele. Il Pastor fido rappresentato sulle scene torinesi. Il Guarino nominato riformatore. - Ruolo dei professori per l'anno scolastico 1585-86. Lettori illustri. Germonio. fatta al Duca di sopprimere nell'università le cattedre di filosofia e teologia, e di affidarne l'insegnamento ai PP. della Compagnia di Gesù. Ragioni pro e contra.

Cagioni dello scadimento dell' università.

Anastasio

Proposta

Al Duca Emmanuele Filiberto mancato all' amore de' suoi popoli l'anno 1580 succedeva il figliuolo Carlo Emmanuele nella giovane età di anni diciannove. Questo Principe fornito di alti e generosi spiriti, dotto, amante de' letterati, e cresciuto alla scuola delle virtù paterne, mostrò tosto coi fatti quanto fossero fondate le speranze che egli dava di sè fin dalla sua più verde età. Durante il suo regno la città di Torino fu abbellita di piazze e di publici edifizi; i letterati trovarono amico e favorevole ricovero nel suo dominio; s' ingentilì grandemente la musica, e si aumentò la magnificenza teatrale. Egli ebbe a' suoi stipendi per architetto Ascanio Vittozzi d'Orvieto, per pittore Alessandro Ardenti di Pisa, per intarsiatore di pietre Giovanni di Nicolò Ottera veneziano, per scultori Adriano Fries fiammingo e Peliasario Cambio Bombarda, per musici Alfonso Ferabono bolognese, uomo

(1) Nei R. Archivi di corte si conservano parecchi Mss. di Carlo Emmanuele I. V. RossoTTI, Syllab. p. 131 e seg. ZENO, Note al Fontanini, tom. 1, pag. 191.

letterato, di cui ci rimane il romanzo di Altimoro, e Francesco Calossino canonico veronese. Ammetteva alla sua mensa gli uomini più notabili pel loro sapere, e piacevasi di tentarne l'ingegno con acute interrogazioni ed opportune difficoltà. Innumerabili poi sono le dedicatorie. a lui fatte di libri tanto piemontesi quanto stranieri.

Ma quanto più grande era la beneficenza del Sovrano verso i letterati e gli artisti, altrettanto si credea men necessaria all' università. E di fatto benchè a' tempi di Carlo Emmanuele non sieno mancati alcuni celebri professori, ad ogni modo egli non riuscì a mantenerla nello stesso grado di splendore a cui l'aveva innalzata il padre, come dimostreremo a suo tempo.

Una delle prime cure, che egli dovette rivolgere all'università fu quella di provvedere affinchè gli scolari potessero attendere con animo riposato agli studi. Erano sôrti alcuni tumulti per cagione della concorrenza dei lettori; e trovandosi assente da Torino il conservatore Annibale Guerra, a cui toccava il sedare quei rumori, il Duca deputò alla carica di conservator generale dello studio il consigliere e senatore Alessandro Guerillo. Gli conferì tutta l'autorità e tutti i diritti, che spettavano al posto di rettore allora vacante; ordinando che dopo la nominazione del rettore, il Guerillo avesse a conside'rarsi come suo assessore . Per cura del novello conservatore fu ricondotta la quiete nell'università; e gli studi

(1) V. le Patenti di Carlo Emmanuele I, che si conservano nell'Archivio del senato di Piemonte (Reg. delle interin. cat. I, n. 3, dal 1584 al 1587, fol. 14 retro e seg.), e sono stampate nel vol. I, p. 19 e seg. delle Cariche del GALLI.

non ebbero a soffrire alcuna intermissione, come vedesi dalle lettere patenti ("), colle quali Carlo Emmanuele rinnovava poco di poi a tutti i suoi sudditi il divieto di recarsi a studio in paesi stranieri.

Ho finora toccato de' vantaggi recati all'università dal Principe ovvero dalla città di Torino. Chiamerò ora l'attenzione di chi mi legge al cardinale Guido Ferreri, la cui liberalità a favore degli studi subalpini vuolsi qui rammentare colle dovute lodi. Questo prelato assai ricco di sue entrate avea fin dai tempi di Emmanuele Filiberto fondato in Torino un collegio, in cui si dovevano mantenere gratuitamente dodici giovani, che dopo avere già studiato la filosofia, attendessero alla teologia od alla giurisprudenza. Tra le ragioni, dalle quali ei confessa di essere stato mosso a questa fondazione, accenna gli autorevoli conforti avuti da Emmanuele Filiberto, al cui patrocinio egli raccomanda il novello collegio (.

(1) Dat. in Torino il 10 di luglio 1584.

(2) « ... Accessit ad haec summa apud me auctoritas praestantissimi Principis nostri Emmanuelis Philiberti de familia mea optime meriti, qui consilium hoc non probavit solum, verum etiam sponte currenti calcar adiecit, ita quod ut collegium hoc excitandum, sic eius erectionem dotationemque publicis monumentis consignandam duxi... commisso iam Numini collegio, illud sequitur ut hominum patrocinio eorumque operae in rebus humanis tum fovendis tum moderandis, quibus Deus utitur commendetur. At quem eligam vel rogabo potius huius nostri collegii patrocinium suscipere, nisi eum, quem Deus his provinciis amplissimis praefecit, cuique nos subdidit, serenissimum inquam Ducem Sabaudiae Emmanuelem Philibertum, cuius explorata expertaque diu pietas ac plane regia munificentia in eam nos spem erigit atque confirmat, fore ut harum rerum initia sub tanto Principe eiusque successoribus non modo foveantur, sed etiam maiora in dies incrementa capiant; verum quoniam ea est huius Principis amplitudo ac maiestas, tantoque rerum pondere et negotiorum

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