Caeruleos habet unda Deos; Tritona canorum , Proteaque ambiguum, balaenarumque prementem Ægaeona suis immania terga lacertis, Doridaque, et natas: quarum pars nare videtur, Pars in mole sedens virides siccare capillos :
7 Le seconde colonne un quarto meno Son delle prime ; ma col piedestallo S'innalzan tanto , che nè più , nè meno Vien l'ordin alto il medesmo intervallo; Nove larghezze del cerchio più pieno Dan lor l'altezza; e fan nel fregio un ballo Fanciulli ignudi sì vaghi e lascivi Fra festoni d'allor, che pajon vivi.
8 Intorno all' ampie fenestre seconde I segni splendon del Zodiaco in oro, E ciascun sopra
il suo mese risponde Coi propri influssi , che piovono in loro: Foco il Leon, ghiaccio l'Acquario infonde , Sparge il mondo di fior l'Ariete, e il Toro : Più quà sta il Cancro , e più là il Capricorno , Questo fa lungo , e quel fa breve il giorno.
9 L'ultimo adornamento, che sta sopra, È
poca cosa differente a quello, Ch'or detto abbiam: sol fan diversa l' opra Le figure , le pietre , e il capitello; Questo a fogliami, par che mostri , e scopra Un artifizio più svelto , e più bello : Le pietre preziose ivi conteste Son di zaffiro, e di color celeste.
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Par, che nel terzo fregio si dispicchi Un viticcio , che va con varj giri, E con questa , e con quella erba s' appicchi , E intorno a lor s'avvolga, e si raggiri : Fann' orlo al fregio preziosi , e ricchi Rubini in oro , smeraldi, e zaffiri : Fior , fronde, e frutti ingombran dentro il loco Di lauro, cedro, girasole, e croco.
Pisce vehi quaedam: facies non omnibus una , Nec diversa tamen, qualem decet esse sororum. Terra viros, urbesque gerit , silvasque , ferasque , 15 Fluminaque, et Nymphas, et caetera numina ruris. Haec super imposita est caeli fulgentis imago:
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I terzi vani ingombran con grand'arte Tutti i Pianeti: e ciaschedun sta dove Risponde a piombo sopra quella parte , Che su'l suo segno del Zodiaco piove : Sovra Ariete, e Scorpion si vede Marte, Sta sopra Pesci, e Sagittario Giove : Aver si veggon due case ciascuno; N'han sol Febo, e Diana una per uno.
12 Non son l'altre facciate differenti Dall'ordine di
questa
architettura : È ben ver, ch'altre istorie , ed altre genti Mostra in lor lo scalpello , e la scultura; Son però tutte cose appartenenti Al chiaro Dio, che di quel luogo ha cura : Ma tutto è nulla a quel, che di sua mano Nella gran porta d'or scolpi Vulcano.
13 Il mar vi fe', che circonda la terra, Nel inar pose i marittimi divini, Dove ognun lieto diportandosi erra Sopra grand’Orche , e veloci Delfini : Triton con la man destra il corno afferra, Con l'altra affrena i suoi destrier marini: V'è quel che innanzi il suo gregge si caccia, E muta a suo piacer persona, e faccia.
14 Con le Nereidi v'è la madre Dori , Ritratte in atti graziosi, e belli: Questa coglie in un scoglio varj fiori, E secca al Sole i suoi verdi capelli; Quella sta sopra un pesce mezza fuori; L' altra balestra i suoi marini augelli: Tutte un viso non han non vario molto, Qual si convien fra le sorelle il volto.
Signaque sex foribus dextris , totidemque sinistris. Quo simul acclivo Clymeneïa limite proles Venit, et intravit dubitati tecta parentis : Protinus ad patrios sua fert vestigia vultus, Consistitque procul: neque enim propiora ferebat
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