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56 v.28

Roma, Forzani e C., tipografi del Senato.

Di alcune relazioni fra i conti del Tuscolo

ed i principi di Salerno

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PL Codex diplomaticus Cavensis ci ha serbato notizia di una Teodora, figliuola di Gregorio, console e

duca dei Romani, la quale andò sposa a Pandolfo, figlio di Guaimario IV, principe di Salerno. E già ancor prima che il Codex Cavensis fosse pubblicato, il Di Meo (1) aveva fatto ricordo di Teodora il cui nome fu poi compreso negli alberi genealogici che furono disegnati della famiglia dei conti del Tuscolo (2). Ma, tranne il nome di Teodora, nulla sappiamo di preciso intorno alle relazioni fra i principi longobardi di Salerno e la potente famiglia che per tanto tempo ebbe dominio nelle cose ecclesiastiche e temporali di Roma, nè in quali circostanze quelle relazioni s'improntassero di così calda amicizia da tramutarsi

(1) A. DI MEO, Annali critico-diplomatici, Napoli, 1802, VII, 359, 385. (2) Cf. la genealogia del GALLETTI riportata dal PERTZ nella prefazione alle Cronica mon. Casinensis in Mon. Germ. hist., Script. VII, 363. G. TOMASSETTI ha dato finora la genealogia più completa dei conti del Tuscolo: cf. Della Campagna Romana in questo Archivio, IX, 82. Il LIVERANI, Frammenti di storia ecclesiastica, Macerata, 1859, I, 65 sgg., ed il DE ROSSI in Bullettino di archeologia cristiana, 1864, n. 9, p. 68, non fanno il nome della nostra Teodora.

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in parentela. Non mi parve perciò inutile tentare di aggiungere qualche notizia più sicura e determinata, se pure fra l'oscurità dei tempi non rischiamo di smarrirci.

Pandolfo, quegli che sposò Teodora, era figlio del principe di Salerno Guaimario IV e fratello di Guaimario V (1). Nei documenti Cavensi vien fatto la prima volta il suo nome nell'anno 1032 (2); ma egli dovette nascere alcun tempo prima del 1027. Invero, quando nella prima metà del 1027, venne a morte Guaimario IV, dopo circa quaranta anni di regno, il figliuolo primogenito Guaimario V non potè assumere il governo dello Stato che sotto la reggenza della madre Gaitelgrima, essendo egli allora forse quattordicenne (3): dal che deve argomentarsi che ancor più piccolo dovesse essere il fratello Pandolfo. Nè questi aveva ancor raggiunto l'età maggiore nel 1032, poichè nel documento di sopra citato che contiene una vendita di un terreno con castagneto fatta dal principe Guaimario e dai suoi fratelli Guido e Pandolfo ad un tal Benedetto di Calvanico, figliuolo di Rodenando, Guaimario si obbliga per sè e per i suoi eredi «<amodo et dum venerint ad legitima aetatem ipsi fratri « sui » (4). Passano circa dieci anni senza che il nome di Pandolfo ricorra più nelle carte di Cava: vien ricordato un'altra volta nel 1043, quando Giovanni, abate del monastero di S. Angelo e di S. Sofia in Salerno, che era di proprietà di Pandolfo (5), locò alcuni terreni del monastero ad

(1) Nel numero d'ordine che designa la successione dei principi di Salerno, seguo M. SCHIPA, Storia del principato Longobardo in Salerno in Arch. stor. per le prov. Nap. XII, 79 sgg. H. Bresslau, Jahrbücher des Deutschen Reichs unter Konrad II., Leipzig, 1881, 1884, I, 170, 174; II, 296 sgg., dà ai nostri due Guaimarii il nome di Guaimario III e di Guaimario IV.

(2) Codex diplomaticus Cavensis, V, 214.

(3) SCHIPA, op. cit. p. 513.

(4) Cod. Cavensis, V, 215.

(5) Questo monastero era stato costruito da Guaiferio, sposo di Gemma: da Guaiferio l'aveva acquistato Pandolfo. Cod. Cav. VII, 91.

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