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LXXI.

1291, maggio 19 – giugno 7.

1°) 1291, maggio 19.

Enrico, del fu Burgundione, vende al monastero un orto nelle pertinenze di Viterbo, nella contrada di « Valle Pet<«<tinale», vicino al fondo del monastero, per la somma di 170 lire di denari « papareni » minuti. «In cuius quidem « orti pretio, emptione (") et pagamento idem dominus abbas. dixit, asseruit fore conversos, datos et pagatos .XLIIII. flo<«< renos de auro, quos idem abbas dixit se habuisse et re«< cepisse a domino Iacobo Thomasso et Branca de Sara«< cenis, pro affrancatione unius territorii, quod vocatur Meroli, iuxta suos confines: de quo territorio reddebant << annuatim in festo sancti Alexii .x. libras cere ». « Actum <«< est hoc Viterbii in capitulo ecclesiae S. Francisci. Iohannes « Petri Egidie, auctoritate alme Urbis prefecti, notarius ».

In NERINI, op. cit. pp. 473-4, App. n. XLIX; Arch. di Stato, perg. n. 26 (2), col S. T. al principio del doc.; Reg. di S. Alessio, t. 2o, col testo più completo che nel Nerini. Collazione: Np. 473, rr. 2-3 mense maii die xIx intrante D m. M. d. xix intrantis

2o) 1291, maggio 19.

L'abbate del monastero costituisce suo procuratore Mattarozio di Giovanni, « cansorem », perchè ottenga da Latina, madre, e Tedora, moglie di Enrico suddetto, il consenso alla vendita dell'orto in « Valle Pettinale ». « Actum Vi<«< terbii in capitulo ecclesie S. Francisci ». Precede il doc. il segno del tabellionato di Giovanni di Pietro Egidie.

Arch. di Stato, perg. n. 26 (3); Reg. di S. Alessio, t. 2o.

30) 1291, maggio 19.

Le suddette Latina e Tedora, ad istanza di Mattarozio di Giovanni, procuratore del monastero, ratificano la vendita dell'orto in « Valle Pettinale ». « Actum Viterbii in << domo predicti Henrici. Iohannes Petri Egidie, auctoritate

(a) DeN p. 474, 7. 7 emptio R emptione

«alme Urbis prefecti, notarius ». (Sottoscrizione che vale anche per l'atto che immediatamente precede nella stessa pagina della pergamena).

Arch. di Stato, perg. n. 26 (4); Reg. di S. Alessio, t. 2o.

4°) 1291, maggio 26.

Enrico, del fu Burgundione, costituisce suo procuratore frate Pietro, priore del monastero di S. Alessio, per mettere in possesso l'abbate Stefano dell'orto suddetto in «< Valle << Pettinale ». « Actum est hoc Viterbii in domo monasterii «< S. Alexii. Iohannes Petri Egidie, auctoritate alme Urbis << prefecti, notarius ».

Arch. di Stato, perg. n. 26 (5), col S. T. al principio del doc.; Reg. di S. Alessio t. 2°.

5°) 1291, giugno 7.

Frate Pietro, procuratore del suddetto Enrico venditore, mette in possesso l'abbate dell'orto predetto nella « Valle « Pettinale ». « Actum est hoc in ortu predicto. Iohannes « Petri Egidie, auctoritate alme Urbis prefecti, notarius ».

Arch. di Stato, perg. n. 26 (6), col S. T. al principio del doc.; Reg. di S. Alessio, t. 2°. La pergamena dell'Arch. di Stato ha la forma d'un codice, e contiene, cuciti nsieme, sei documenti concernenti i beni del monastero nel Viterbese. Il primo doc. l'ho registrato al numero LXX.

LXXII.

1289, novembre 26.

Il monastero concede a Marino di Nicolò, del castello di Marino, una pezza di terra nel territorio del castello di Marino, perchè sia lavorata, e siano seminati i maggesi, ricevendo ogni anno per canone 13 fiorini d'oro e mezzo e la quarta parte delle biade. Pena il doppio. « Ego [M.] <«< Leonardus [M.] Iacobi Rubei sancte Romane Ecclesie no

<<< tarius >>.

In NERINI, op. cit. pp. 472-3, App. n. XLVIII.; Arch. di Stato, perg. n. 27. Collazione: N p. 472, r. 2 tempore Nicolai... Dt. N. quar[ti] Nr. 4 ad hec vocatis..... D a. h. v. et rogatis Nr. 7 pro d Monasterio D p. dicto M. Nr. 9 de castro Marini D M. N. ..... e de c. M. N p. 473, r. 3

Marino Nicolay.... quatuor florenos auri.

.....

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LXXIII.

1296, maggio 11.

Frate Giorgio da Bolsena, guardiano della chiesa di S. Maria di Araceli, e frate Nicolò « De Felicibus », Agostiniano, esecutori testamentari di Boniza, del fu « Tidiliardi << Gregorii, Iohannis Gregorii », del rione di Ripa, vendono a Pandolfo « de Sabello » una pezza di terra nel luogo << Oliari », territorio di Albano, per la somma di 70 lire di provisini. Pena il doppio. «Ego [M.] Leonardus [M.] <«< Iacobi Rubei, sancte Romane Ecclesie iudex et notarius ».

In NERINI, op. cit. pp. 474-6, App. n. 1; Arch. di Stato, perg. n. 28 (doc. 1o), tagliuzzata e danneggiata in modo, che in parecchi punti é illeggibile; Reg. di S. Alessio, t. 2o, col testo più completo che nel Nerini.

Collazione: N p. 475, r. 3 .... rii D notarii N rr. 4-5 vocatorum..... D v. et rogatorum Nr. 8 Bonize D Bonicçe N r. 8 Tiviliardi D Tidiliardi Nr. 10 bona De Rbona sua N p. 476 r. 8 a primo latere D a primo

LXXIV.

1296, giugno 13.

Pandolfo « de Sabello » dona, « inter vivos », al monastero dei Ss. Bonifazio ed Alessio, per dotare la cappella di S. Giacomo, costrutta dai Savelli nel monastero suddetto, una pezza di terra da seminare, nel fondo Oliari (cf. il doc. precedente) con tutte le sue appartenenze. Pena una libbra d'oro. «Ego [M.] Leonardus [M.] Iacobi Rubei, sancte Ro<< mane Ecclesie iudex et notarius >>.

In NERINI, op. cit. pp. 476-7, App. n. 11; Arch. di Stato, perg. n. 28 (doc. 2o); Reg. di Sant' Alessio, t. 2°, col testo più completo che nel Nerini. Collazione: N p. 476, r. 3 ..... Iunii

.....

madecima D mens[is] Iunii [die tertiadecima N p. 477, r. 13 Bonize D Bonicçe N r. 17 cum cisterna in se D c. c. infra se Nr. 23 ab alio heredes Alexii Leni et .... castri Sabelli D a. a. h. A. L. e. Curia Castri Sabelli Nr. 26. Iacobus Za... D I. Ça[m]ar[u]lis

LXXV.

1) 1297, giugno 10.

L'abbate Andrea e il convento dei Ss. Andrea e Gregorio al clivo di Scauro costituiscono loro procuratore frate

Antolino, priore del detto monastero, per la permuta col monastero di S. Alessio di alcuni fondi al Testaccio e nel territorio di Albano. Tra i beni permutati dal monastero di S. Alessio v'è il seguente: «< Item et terram can<«<neti quam tenet Paulus Stephani Ponçiani, de qua dare « debet omni anno in festo sancti Alexii .xn. provisinos pro «< pensione ». Nell'atto seguente, num. 2, il contenuto di questo passo è solo brevemente accennato. « Actum in clau<«<stro dicti monasterii. Ego Iacobus [M.] Leonardi Iacobi « Rubei, imperiali auctoritate notarius ».

Nell'Arch. di Stato, perg. n. 29, doc. 1o; Reg. di Sant'Alessio, t. 2o.

2°) 1297, giugno 10.

Si rende di pubblica ragione dal notaro la permuta fra il mon. di S. Alessio e i monaci di S. Gregorio al clivo di Scauro di tre pezze e mezzo di vigne al Testaccio, del monastero di S. Alessio ricco di vigneti, ma mancante di terra seminativa, con un fondo da seminare «< in Olgiarii »>, nel territorio di Albano, di proprietà del monastero di S. Gregorio. Pena 1000 fiorini d'oro. « Ego Iacobus [M.] <<< Leonardi Iacobi Rubei, inperiali auctoritate notarius ». (Tra i testi v'è « Petrus Gusmati marmorarius de regione << Violate >>).

In NERINI, op. cit. pp. 478-81, App. n. LI; Arch. di Stato, perg. n. 29, doc. 2°; Reg. di S. Alessio, t. 2°, col testo molto abbreviato.

Collazione: N p. 478, r. 3.. inter pia et venerabilia loca aguntur D ea que i. p. c. v. 1. a. Nr. 7.. posset eo...... dep. D de levi posset eorum memoriam deponere

N rr. 4-3 dal fine in territorio Albanensi in loco, qui dicitur Carrabella D i. t. A. i. I. q. d. Cactabella N p. 479, r. 6 Bonize D Boniçe N rr. 6-7 Tiviliardi D Trivilgiardi N p. 479, Tr. 14-5 Henricus Zavactarius D H. Çavactarius N r. ultimo Calzolarius D calsolarius N p. 480, rr. 4-5 Paulus Stephani Ponziani D P. S. Ponçiani N p. 481, r. 5 dal fine del doc. Nicolaus.... de regione Columpne D Nicolaus Macthei d. r. C.

(Continua).

A. MONACI.

VARIETÀ

DUE LETTERE INEDITE

DI BERNARDINO OCHINO.

I documenti che pubblico qui appresso, furono da me ritrovati in copia sincrona o di poco posteriore nell'archivio Vaticano e provengono dalla sezione di Castel S. Angelo (1). La biografia del celebre eretico senese Bernardino Tommasini, detto Ochino dalla contrada dell'Oca ov'era nato nel 1487, non ne riceve un contributo veramente nuovo; pure, due lettere di un uomo che a' suoi tempi ebbe molto grido ed oggi ancora occupa un posto importante nella storia dei novatori italiani, presentano sempre interesse speciale per gli eruditi. Interesse tanto maggiore quanto è più solenne il momento in cui l'Ochino le scrisse; quello in cui, abbandonato il cattolicismo, che aveva professato, più o meno convinto, per undici lustri; l'ordine dei Cappuccini, che lo aveva avuto a capo; l'Italia, che per la bocca di Paolo Bembo e di Pietro Aretino lo aveva salutato predicatore insigne, mangiava il pane dell'esilio a Ginevra. Questa città era la prima tappa di una peregrinazione travagliata ; l'ultima fu a Schlackau, nella Moravia, dove l'ex-frate mori, correndo il 1564 (2).

(1) Principi, voll. 12°, cc. 417 A-418 A, e 13o, cc. 121 B-122 B. Nel foglio di guardia di questi volumi è scritto Di Castello. Che questi documenti siano inediti mi risulta anche da informazioni favoritemi cortesemente dal ch.mo Dittrich.

(2) Intorno all'Ochino, v. BENRATH, B. O. von Siena. Ein Beitrag

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