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torale. Interrogatus quomodo scit quod illi sunt fines dicte terre, dixit quod ita audivit dici ab antecessoribus suis.

Il documento prosegue interminabilmente col medesimo formulario. Con esso ha relazione anche una lista di testimoni, per la terra posta in Corsano, che è segnata su un'altra pergamena dell' archivio.

P. FEDELE.

INDICE

DEGLI SCRITTORI DELLE CARTE (1)

987.

B[enedictus?] (2) I.

998?-999? Remigius (3) II.

ΙΟΙΟ. Iohannes qui vocatur Amabile (4) III.

1011. Teuzo (5) IV.

1030. Teudemundus vir et tabellio civitatis Tiburtine V.

1031?-1032? Sebastianus scriniarius sanctae Lavicanensis Ecclesiae V1. 1056. Crescentius (6) VII.

1060.

1072.

1091.

Iohannes S. R. E. scriniarius atque iudex Albanensis VIII.
Crescentius IX.

Iohannes X.

1100-1137. Falconius (7) XI, XII, XVII, XIX.

1116-1121. Petrus (8) XIII, XIV, XV.

1135. Iohannes XVIII (9).

Girardus Tiburtine civitatis iudex atque tabellio XXI.

1139. 1139-1165.

Oddo XXII, XXIII, XXV (10), XXIX, XXX, XXXIII.

'(1) Conviene avvertire che i nomi ripetuti in quest' indice si riferiscono sempre a per

sone diverse: la diversità o l'identità è desunta soltanto dal confronto delle scritture.

(2) Nel testo « B. scriniarius S. R. E. ». Al documento manca la completio. Avverto che quando ai nomi contenuti in quest' indice non è aggiunta alcuna determinazione, si sottintende sempre il titolo di « scriniarius Sanctae Romanae Ecclesiae».

(3) Nel testo: « scriniarius S. R. E. »; nella completio: « scriniarius et tabellio urbis Romae ».

(4) Nel testo: « scriniarius et tabellio S. R. E. »; nella completio: «scriniarius et tabellio urbis Rome ».

(5) Nel testo: « scriniarius S. R. E. »; nella completio: « scriniarius et tabellio

urbis Rome ».

(6) Nel testo: « scriniarius S. R. E. »; nella completio soltanto: « scriniarius ». (7) Nel testo di XI e XVII: « scriniarius S. R. E. »; nella completio soltanto: e scriniarius ».

(8) Il primo dei due documenti ha nel testo: « infimus seriniarius S. R. E. » e nella completio soltanto: « scriniarius ». Il secondo ed il terzo dello stesso scrittore hanno nel testo: «notarius et scriniarius S. R. E.» e nella completio: « notarius regionarius et « infimus scriniarius S. R. E. ».

(9) Nel testo: « notarius S. R. E. ». Manca la completio, non essendo il documento originale, ma una rinnovazione dello scriniario Niccolò del secolo XII.

(10) Il documento XXV non è originale: non è perciò sicuro che si tratti dello stesso scrittore.

Archivio della R. Società romana di storia patria. Vol. XXVIII. 8

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1200-1212. Nicolaus (3) XLV, XLVI, XLVII, XLVIII, XLIX, LI, LII. 1209. Iohannes Petri L.

1222-1226. Rainaldus Girardi sacri Romani imperii scriniarius LIII, LIV, LV, LVII, LVIII, LX.

1224-1251. Leo LVI, LIX, LXI, LXV, LXVII, LXIX, LXX, LXXII, LXXIII.

1230. Raynerius Iohannis Egidi (4) LXIII.

1230. Donadeus sacri Romani imperii scriniarius LXIV.

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1260-1280. Iohannes Romani (6) LXXIV, LXXV, LXXVIII, LXXIX, LXXX, LXXXII.

1268. Iacobus Marcelli LXXVI.

1269.

Petrus Cardegalli apostolice Sedis auctoritate notarius LXXVII. 1279-1286. Remigius LXXXI, LXXXIII, LXXXIV, LXXXV.

1316. Andreas Salomonis de Lugnano auctoritate alme Urbis prefecti notarius LXXXVII.

1327. Laurentius Obicionis imperiali auctoritate notarius LXXXVIII.

1360.

1365.

Paulus Smanta notarius palatinus LXXXIX.

Antonius Stephani Granni imperiali auctoritate notarius XC.

(1) Nel testo soltanto: « scriniarius »; manca la completio.

(2) Nel testo: « scriniarius S. R. E. »; nella completio soltanto : « scriniarius ».

(3) Lo stesso scrittore esemplò il documento XVIII.

(4) Nella completio: «Raynerius Iohannis ».

(5) Nella completio soltanto: « Iohannes ».

(6) Nei primi due documenti: «Iohannes Romani iudex et scriniarius »; nei docc. LXXVIII ed LXXXII: « sacri Romani imperii notarius »; nei docc. LXXIX ed LXXX semplicemente : « notarius ».

DELLA CAMPAGNA ROMANA

(Continuaz. vedi vol. XXVII, p. 461)

Vie Labicana e Prenestina.

Esplorato il più gran latifondo imperiale che si estendeva da S. Cesario a Zagarolo, prima di procedere per la via Labicana, dobbiamo volgerci a destra e per un'antica strada a cui corrisponde quasi la moderna, salire alla collina di Monte Compatri, che con quella vicina di S. Silvestro e con Monte Salomone forma il punto più avanzato del territorio Labicano verso quello Latino (1). Questa specie di punta nelle colline del Lazio spetterebbe, in rigore fisico, ai colli Albani; ma la storia si oppone alla geologia ed alla topografia; e quindi noi dobbiamo qui registrare questo gruppo, che rappresenta la culla dei Labicani primitivi.

MONTECOMPATRI e S. SILVESTRO..

Questo Comune, alla cui storia il NIBBY (III, p. 338) dedicò poche righe, sorge sopra l'ultima lacinia dei colli Tuscolani, all'altezza di m. 583 sul mare, con ampio orizzonte, con vista splendida della valle Labicana e dei monti Sabini e Simbruini. Ha poco più di 4000 abitanti, territorio ferti

(1) Avanzi dell'antico selciato di questo tronco Labicanense sono sparsi per tutte le vigne circostanti.

lissimo per castagne, uve e frutta, il più eccellente vino del Lazio e l'acqua più pura della provincia romana, recentemente condotta sull'altipiano d'ingresso al paese, dalle sorgenti dette di Carpinello, con ingente spesa, perforando monti di selce. Perciò la fonte moderna è decorata con una figura rappresentante il genio della scavazione.

Sarò breve nella illustrazione dell'antica storia e del sito di questo Comune, dicendo che, tra gli scrittori competenti sulla topografia antica di cotesto suolo, PIETRO ROSA, G. B. DE ROSSI ed ERMANNO DESSAU vi hanno riconosciuto il sito dell'antico Labico. Essi hanno avuto ragione, per quanto non abbiano veduto chiaro lo spostamento dell'antico e primitivo centro nel secondo Labico Quintanense; come anche l'esistenza di un castello Labicano poi villa romana, in Monte Salomone, che il CIUFFA e il VITALE, esageratamente, presero per il primitivo Labico, mentre probabilmente fu la seconda sede dei Labicani.

Il nome compitum, classica indicazione del nodo di strade, a cui faceva capo questo Comune, fu corrotto in quello di compatrum nel medio evo, e fece perdere la testa al buon cardinal PIAZZA, che vi sognò i padri della patria adunati in congresso (Gerarchia Cardin. pag. 270), e ne fu rimproverato sul serio dal Vitale! Questo compitum Labicanum ci fa risovvenire del non lontano compitum Anagninum (LIVIO, XXVII, 4). Antichità in Monte Compatri non mancano, per quanto sieno state distrutte nel fare il castello e le case del medio evo, come le pietre di Monte Salomone sono servite a pavimentare tutto il paese (1).

(1) Ricorderò il sepolcro di Ti. Claudius Ner. Aug. lib. Daphnus e di due suoi amici (HENZEN. Bull. Inst. 1856, p. 157) in vigna Passavanti, l'altro di Valerius Priscus aedi pleb. etc. in vigna Missori, a monte Doddo (ivi) la basetta rotonda collegi salutaris iuvenum augustalium (GARRUCCI, Civ. Catt. 1882, p. 737), la iscrizione trovata, nel 1885, verso Roma con le parole deverticulum privatum (TOMASSETTI G. in

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