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nibus incensum: pollutae caerimoniae, magna adulteria, ple4 num exsiliis mare, infecti caedibus scopuli. Atrocius in Urhe saevitum; nobilitas, opes pro crimine, et ob virtutes certissimum exitium.

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blicana; gli imperatori successivi (i Flavii e gli Antonini specialmente) ripararono i danni dell' incendio e ricostrussero più bella Roma. pollutae caerimoniae: furono contaminate le cose sacre, si commisero dei sacrilegi. plenum exsiliis (= exsulibus) mare: i mari erano solcati da navi che trasportavano gli esiliati ai loro luoghi di deportazione. Specialmente sotto Domiziano tutti gli accusati di delitti politici solevano esser deportati in isole deserte, e quivi o morivano di

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stenti o anche, dopo un po' di tempo, venivano messi a morte (infecti caedibus scopuli). Servivano specialmente come luogo di deportazione gli isolotti rocciosi (scopuli) dell' Adriatico e dell' Arcipelago.

4. Atrocius in Urbe saevitum: s' incrudeli in Roma con estrema ferocia, si com. misero in Roma atti di estrema ferocia. Allusione al governo tirannico di Domiziano, che perseguitò asprissimamente l'aristocrazia senatoria, la quale seguitava sempre ad esser avversa al governo assoluto dell'imperatore. nobilitas, opes

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pro crimine: l'esser nobili, l'essere ricchi era considerato come un delitto. ob virtutes certissimum exitium: chi era virtuoso era certissimo di dover perire.

IX. Carattere di Tito.

(SVET., Tit., 7-8).

Titum summam potestatem adeptum quidam alium Nero- 1 nem futurum et opinabantur et palam praedicabant. At illi ea fama pro bono cessit, conversaque est in maximas laudes, neque vitio ullo reperto, et contra magnis virtutibus. Convivia 2 quippe instituit iucunda magis quam profusa. Elegit amicos quibus etiam post eum principes, ut et sibi et reipublicae necessariis, acquieverunt, praecipueque sunt usi. Nulli civium 3 quidquam ademit, abstinuit alieno, ut si quis umquam; ac ne concessas quidem et solitas collationes recepit. In ceteris vero 4 desideriis hominum obstinatissime tenuit, ne quem sine spe

IX. 1. Quando Tito, dopo la morte del padre suo Vespasiano, ebbe conseguito il potere supremo (cf. N. precedente, nota in principio), alcuni credevano e andavano dicendo apertamente che egli sarebbe riuscito un altro Nerone. E difatti Tito era stato educato alla corte di quell'imperatore, ed aveva manifestato una viva inclinazione al fasto e alla mollezza. ea fama pro bono cessit: letteralm. quella cattiva riputazione riusci in bene; cioè non fu confermata da' fatti, fu

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smentita dal contegno di Tito imperatore.

«

Fig. 75. - Tito.

neque vitio ullo reperto, et contra magnis virtutibus (sott. repertis) non essendosi in lui ritrovato alcun vizio, e al contrario (sott. « essendosi in lui ritrovate ») molte virtú ».

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2. quippe ed invero, e difatti ». Elegit amicos etc. Tito seppe scegliersi cosí bene gli amici, che anche dopo la morte di lui i suoi successori ebbero fiducia in loro e se ne servirono come di persone utilissime a loro e allo Stato. è dativo dipend. da acquieverunt. Acquiesco alicui = mi riposo su di alcuno, mi rimetto ad alcuno, ho fiducia in alcuno.

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quibus

3. ut si quis umquam quanto altri mai»; letteralm. « come se altri mai (sott. << si astenne dalla roba d' altri ») ». collationes: contributi, donativi in danaro che si solevano fare all'imperatore in ispeciali circostanze, come ad es. per la nascita di un figlio.

4. In... desideriis hominum etc. Senso: nel rispondere a coloro che gli manifestavano i loro desiderî, egli ebbe per sistema costante (obstinatissime tenuit,

dimitteret. Quin et admonentibus domesticis, quasi plura polliceretur quam praestare posset, non oportere ait quemquam 5 a sermone principis tristem discedere. Atque etiam recordatus quondam super cenam, se nihil cuiquam toto die praestitisse, memorabilem illam meritoque

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dente.

Fig. 76.

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Arco di Tito.

laudatam vocem edidit: << Amici, diem perdidi!».

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ne...) di non rimandare mai alcuno senza qualche speranza. Quin et «< Ed anzi.. domesticis: quei di casa, i suoi familiari, i suoi cortigiani. praestare mantenere, effettuare ». - non oportere ait etc. « diceva non esser bene che uno se ne partisse malcontento da una udienza avuta dall' imperatore; sermo conversazione, colloquio.

5. Atque etiam ha presso a poco lo stesso senso del Quin et in principio del s precerecordatus quondam super cenam, quod etc. « essendosi una volta rammentato durante la cena, che etc. ». nihil cuiquam etc. Aliquid alicui praeaccordare qualche cosa a qualcuno, arrecare un benefizio a qualcuno. detto».

stare vocem

X. Domiziano agitato da continui sospetti.

(SVET., Domit., 14 sgg.).

Domitianus terribilis cunctis et invisus, tandem oppressus est amicorum libertorumque intimorum conspiratione, simul 2 et uxoris. Annum diemque ultimum vitae iampridem suspectum habebat, horam etiam, necnon et genus mortis. Tempore su

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X. 1. terribilis cunctis et invisus: Domiziano, dopo breve tempo di governo fermo e moderato, in cui si mostrò rigido amministratore della giustizia, si pose a battere la via tenuta dai peggiori principi che lo avevano preceduto; e a ciò fu spinto dal suo carattere dispotico e sospettoso, che gli faceva veder nemici dappertutto. Ebbe molti avversari tra quei medesimi della sua famiglia, e fu spento da una congiura di cui faceva parte la sua stessa moglie (il suo regno durò dall' 81 al 96 d. C.). libertorum intimorum: gli imperatori del primo secolo solevano affidare molti uffici (che non avessero carattere politico o militare) ai loro liberti o schiavi affrancati, considerandoli come persone di loro famiglia e riponendo in loro la massima fiducia.

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Fig. 77.

Domiziano.

suspectum

2. Domiziano, oltre ad essere diffidente all'eccesso, era anche assai superstizioso: egli consultava spesso indovini e negromanti, e da costoro si era fatto trarre l'oroscopo e predire minutamente tutti i casi della sua vita. necnon et «e cosí pure, ed altresí». habebat sospettava, prevedeva »; cf. subito dopo: Tempore suspecti periculi.

specti periculi appropinquante, sollicitior in dies, porticuum, 3 in quibus spatiari consueverat, parietes phengite lapide distinxit, e cuius splendore per imagines quidquid a tergo fieret provideret. Nec nisi secreta atque solus plerasque custodias, 4 receptis quidem in manum catenis, audiebat. Continuis octo mensibus tot fulgura facta nuntiataque sunt, ut exclamaverit: << Feriat iam, cum volet! ».

Liberalia studia neglexit, quamquam bibliothecas incendio 5 absumptas impensissime reparare curasset, exemplaribus undique petitis, missisque Alexandriam qui describerent emen

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3. sollicitior in dies « facendosi ogni di piú inquieto », « divenendo ogni di più ansioso». porticuum... parietes etc. Domiziano fece ornare le pareti dei portici, ne' quali soleva passeggiare, con specchi che riflettessero dinanzi a lui l'immagine di tutto ciò che succedesse dietro alle sue spalle, e ciò per esser pronto a ripararsi da ogni improvviso assalto. phengite lapide: phengites si chiamava

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una pietra lucida e tra-
spareute, di cui si servi-
vano gli antichi per farne
vetrate e specchi (forse
una specie di mica).
e cuius splendore per ima-
gines... provideret = ut
e splendore illius lapi-
dis provideret (pro-vi-
deo vedo innanzi, scor-
go dinanzi a me) per
imagines quidquid e-
ret a tergo.

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4. plerasque custodias... audiebat interrogava la maggior parte dei prigionieri (custodias = custoditos, custodiae datos, ossia: arrestati, prigionieri)»; s'intende che questi prigionieri eran tutti accusati di delitti politici. receptis qui. dem in manum catenis: Domiziano voleva rimaner solo a interrogare i prigionieri, tenendo egli stesso in mano le catene con cui essi erano avvinti.

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fulgura: gli antichi davano grande importanza ai fulmini, come presagi di luttuosi avvenimenti. Feriat (sott. fulgur) iam, cun volet Mi colpisca ormai la folgore quando le piaccia! ».

5. Liberalia studia etc. Mentre in generale tutti gli imperatori precedenti avevano favorito gli studi e ne erano stati cultori essi stessi, Domiziano invece li trascurò perché continuamente preoccupato delle cure del suo governo cupo, dispotico e diffidente. impensissime « con grandissima spesa ». — exemplaribus etc. Facendo ricercare ovunque degli esemplari dei libri perduti, e mandando persone ad Alessandria che ricopiassero i testi e li correggessero, secondo gli esemplari esistenti in quella famosissima biblioteca.

6 darentque. Ad horam somni nihil aliud quam solus secreto deambulabat. Condicionem principum miserrimam aiebat, << quibus de coniuratione comperta non crederetur, nisi occisis ».

6. nihil aliud quam... deambulabat: altro non faceva che passeggiare soletto in un luogo appartato ». quibus etc. Domiziano chiamava infelicissima la sorte dei sovrani, come quelli ai quali non si crede mai allorché assicurano d'avere scoperta una congiura contro la propria vita; e all'esistenza della congiura si crede solo quando essi sono stati uccisi.

XI. Traiano in villa.

(PLINIO IL GIOV., VI, 31).

C. PLINIUS CORNELIANO SUO S.

1 Evocatus in consilium a Caesare nostro ad Centum Cellas 2 (hoc loco nomen), magnam cepi voluptatem. Quid enim iucundius quam principis iustitiam, gravitatem, comitatem in secessu quoque, ubi maxime recluduntur, inspicere? Fuerunt variae cognitiones et quae virtutes iudicis per plures species

XI. Ai Flavii successero cinque imperatori, Nerva, Traiano, Adriano, Antonino e Marco Aurelio (96-180), i quali lasciarono gran fama di integrità e di saviezza. Essi vengono chiamati gli Antonini, sebbene, in realtà, questo nome convenga solo agli ultimi due. Questo secolo degli Antonini fu piú quieto che mai conoscesse il mondo antico: le guerre furono respinte alle frontiere dell'im pero; e all'interno non piú sedizioni militari, non piú tirannia, non piú condanne arbitrarie.

Traiano fece varie spedizioni contro i Parti in Asia e contro i Daci, popolo guerresco abitante sulle rive del basso Danubio, e li domò completamente. Tra

Fig. 79.

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Traiano,

sportò coloni romani nel loro paese, vi fondò delle città; e cosí la Dacia divenne un paese completamente romano, a segno tale che ancor oggi esso conserva il nome e la lingua di Roma (odierna Rumenia). Traiano fu pure assai esperto negli affari dell'amministrazione; fece molte buone leggi; compi opere di pubblica utilità, come porti e strade; innalzò non pochi edifizi, fra i quali il famoso Foro Traiano.

Il luogo qui riportato è tolto da una lettera di Plinio il Giovane (indirizzata all' amico suo Corneliano), nella quale l'autore, come membro del consiglio privato dell'imperatore, descrive brevemente il soggiorno da lui fatto nella villa imperiale di Centum Cellae (Civitavecchia).

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1. Evocatus

invitato. Spesso gli imperatori chiamavano i piú autorevoli giureconsulti ed avvocati ad assisterli nel render giustizia. Caesare: Traiano. Centum Cellas (Centum Cellae), oggi Civitavecchia; città fondata (o almeno ampliata) da Traiano, acquistò importanza solo dopo che questo imperatore vi costrusse il porto, di cui si fa cenno alla fine di questa lettera.

2. ubi maxime recluduntur. Le nostre qualità, buone e cattive, traspaiono me. glio (maxime recluduntur) nella solitudine (in secessu), ove noi ci abbandoniamo spesso alle nostre inclinazioni e non sentiamo il bisogno di apparire diversi da quello che siamo. Recludo schiudo, apro, faccio apparire. Fuerunt variae

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