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equitibusque Romanis. Principes fuerunt coniurationis duo Bruti ex genere eius Bruti, qui primus consul fuerat et reges eiecerat, et C. Cassius Longinus praetor. Itaque Caesar Idibus Martiis in curia Pompeii frequenti senatu viginti tribus vulneribus confossus est.

Interfecto Caesare bella civilia renovata sunt. Percussoribus 2 enim Caesaris senatus favebat, contra M. Antonius consul a Caesaris partibus stabat. Ergo, turbata re publica, multa Antonius scelera committens a senatu hostis iudicatus est. Ad- 3 versus eum, qui in Galliam citeriorem cum exercitu erat profectus, ut D. Brutum, qui ei provinciae praeerat, vi eiceret, missi sunt duo consules, C. Vibius Pansa A. Hirtius, una cum adulescente C. Iulio Caesare Octaviano, Caesaris nepote, quem ille testamento reliquerat heredem et nomen suum ferre iusserat. Quare profecti tres duces contra Antonium, qui Mutina 4 urbe circumvallata D. Brutum in obsidione habebat, eum proelio superaverunt. Cum autem consules ambo mortui essent, tres exercitus uni Caesari Octaviano paruerunt.

soltanto i modi per giungere al supremo potere, bensi anche le grandi riforme, che ormai i tempi avevano rese necessarie, nell'ordinamento dello stato di Roma. Molti nemici però egli aveva, tra cui specialmente quelli a cui sembrava che nulla potesse compensare la perdita della libertà: egli fu assassinato nel 44 a. C. da una congiura guidata da C. Cassio Longino e M. Giunio Bruto. L'assassinio di Cesare fu uno dei piú gravi errori politici che siano stati commessi in Roma, e riusci dannosissimo al popolo romano. Cicerone medesimo, sebbene fosse repubblicano, scrisse che l' uccisione di Cesare non era stata opera d'uomini politici, ma di fanciulli.

in curia Pompeii: frequenti senatu: in pieno

1. Idibus Martiis: alle Idi di Marzo (15 Marzo) del 44 a. C. la curia Pompeii o Pompeia era nel campo Marzio. senato, mentre la Curia era affollata di senatori.

2. bella civilia renovata sunt. 11 popolo di Roma, che amava Cesare, costrinse i capi della congiura, Bruto e Cassio, a fuggire da Roma. Essi si ritirarono in Oriente, ove raccolsero grandi forze militari. L'Occidente restò in potere di Antonio che, appoggiandosi sui soldati di Cesare, governò Roma despoticamente, e commise gravi abusi. Egli fu allora dichiarato nemico della patria per istigazione specialmente di Cicerone, che pronunziò contro Antonio quelle veementi orazioni, che furon dette Filippiche ad esempio delle orazioni di Demostene contro Filippo, re di Macedonia. Ottavio, nipote di Cesare e da lui adottato come figlio (onde egli, secondo l'uso romano, prese il nome di Giulio Cesare Ottaviano), raccolse intorno a sé i soldati di Cesare, e dal senato ebbe l'incarico di muover guerra ad Antonio.

3. D. Brutum: Decimo Bruto, uno dei due Bruti, uccisori di Cesare (cf. sopra, § 1). L'altro Bruto (il più noto) era chiamato Marco.

4. circumvallata: bloccata.

in obsidione habebat: stringeva d'assedio. consules ambo: Vibio Pansa ed Irzio, sopra nominati.

XI. Triumvirato di Ottaviano, Antonio e Lepido.

(Riduz. da EUTR., VII, 2, e da LIV., Epit.).

1 Antonius, amisso exercitu, in Galliam ulteriorem profugit, et M. Lepidum, qui Caesaris magister equitum fuerat atque 2 eo tempore magnis copiis praeerat, sibi adiunxit. Mox Lepido operam dante Caesar pacem cum Antonio fecit, et quasi vindicaturus patris sui mortem, a quo per testamentum fuerat adoptatus, cum exercitu Romam revertit, ac a Senatu perterrito facile effecit, ut sibi viginti annos nato consulatus defer3 retur. Postea urbe egressus, deserta causa senatus, cum Antonio et Lepido se coniunxit. Hi tres igitur apud urbem Bononiam congressi triumviratum reipublicae constituendae in quinquennium inierunt et provincias Romani imperii inter se 4 partiti sunt. Denique proscriptio instauratur, qua duo milia equitum, trecenti senatores, in his M.

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Fig. 55. Ottaviano
(Museo Vaticano).

Tullius Cicero, interfecti sunt.

XI. Ottaviano, dopo aver vinto Antonio (cf. N.° precedente), piuttosto che rimanere ligio alla causa del Senato, preferi riconciliarsi col suo antico avversario; essi unirono le loro forze, associandosi un ambizioso di poca mente: M. Emilio Lepido. Presi accordi fra loro, si fecero affidare per legge governo dello Stato col titolo di triumviri pel riordinamento della repubblica; mandarono a morte i propri nemici col solito sistema delle proscrizioni (cf. N. V), e distribuirono danari e terre ai loro veterani.

1. magister equitum era detto il luogotenente del dittatore, al quale era affidato il comando della cavalleria; cf. Parte Prima, N.° XIII, nota al § 2.

2. Lepido operam dante << adoperandosi Lepido », « facendo Lepido da intermediario ». - patris sui: Cesare, come si è detto (cf. N.° precedente, nota al § 2), era il padre adottivo di Ottaviano. viginti annos nato: sebbene non avesse che venti anni; il consolato, di solito, non si otteneva prima di quaranta anni.

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3. constituendae: constituere ordinare, riordinare, riformare, dare stabile assetto.

4. instauratur: instaurare rinnovare. guente.

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M. Tullius Cicero: vedi il N.° se

XII. Morte di Cicerone.

(LIV., Frag. ap. Sen. Rh. Suas., VII).

M. Cicero sub adventum triumvirorum cesserat urbe, pro 1 certo habens, id quod erat, non magis Antonio eripi se, quam Caesari Cassium et Brutum, posse. Primo in Tusculanum fugit; 2 inde transversis itineribus in Formianum, ut ab Caieta navim conscensurus, proficiscitur. Unde aliquotiens in altum pro- 3 vectum cum modo venti adversi retulissent, modo ipse iactationem navis, caeco volvente fluctu, pati non posset, taedium tandem eum et fugae et vitae cepit: regressusque ad superiorem villam, quae paulo plus mille passibus a mari abest: << Moriar», inquit, « in patria saepe servata ». Satis constat 4

XII. Marco Tullio Cicerone, l'uomo piú dotto ed eloquente dei suoi tempi (106-43 a. C.), prese viva parte alle vicende delle guerre civili, e, sebbene di carattere un poco incerto, si adoperò sempre per il bene pubblico e la pacificazione dei partiti. Come uomo di stato egli si segnalò soprattutto nella repressione della congiura di Catilina (64-62), la quale, ove fosse riuscita, avrebbe arrecato a Roma le più gravi sciagure. Nella guerra fra Cesare e Pompeo, parteggiò per questo ultimo; ma dal vincitore Cesare egli fu trattato con grandi riguardi e benevolenza. Ucciso Cesare, Cicerone che era uno dei capi piú autorevoli del Senato, fu grandemente avverso ad Antonio (cf. sopra, N.° X) e si mostrò invece favorevole al giovane Ottaviano, in cui sperava di ritrovare un sostegno della libertà. Fu deluso nelle sue speranze; e, dopo la costituzione del triumvirato (cf. sopra, N.° XI), egli, come accanito avversario di Antonio, fu portato nelle liste di proscrizione. Quando egli seppe la sua condanna, si trovava nella sua villa di Tuscolo, ove si era riparato, non appena aveva saputo che i triumviri si appressavano alla volta di Roma. Incerto su ciò che dovesse fare, e dove avesse a rifugiarsi, venne quasi contro sua volontà condotto via dai suoi familiari, ma nella fuga fu raggiunto dagli sgherri d'Antonio presso Formia (Mola di Gaeta). I suoi familiari erano pronti a fare resistenza, ma egli no'l permise e, mettendo il capo fuori della lettiga, porse egli medesimo il collo al ferro dei suoi persecutori. Il capo degli sgherri era il tribuno militare Popilio Lena; colui che l'uccise, il centurione Erennio.

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triumvirorum:

1. sub adventum « poco prima dell'arrivo, all'avvicinarsi ». Ottaviano, Antonio e Lepido. cesserat urbe « si era allontanato da Roma ». id quod erat come era di fatti ». - non magis Antonio eripi se etc. I primi segnati nelle liste di proscrizione erano naturalmente i nemici personali de' triumviri: adunque, come Cesare Ottaviano doveva aver preso di mira in particolar modo Bruto e Cassio, uccisori del padre suo adottivo, cosi Antonio doveva auzitutto anelare a vendicarsi di Cicerone, il più fiero de' suoi avversari.

2. Tusculanum... Formianum: in ambedue quelle contrade Cicerone possedeva delle ville. ut ab Caieta navim conscensurus. Letteralm. come quegli che era per imbarcarsi a Gaeta », cioè coll' intenzione di imbarcarsi a Gaeta ». 3. in altum « verso l'alto mare ». provectum, sott. eum. ferre riportare indietro, riportare alla spiaggia.

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retulissent: reipse: in contrapposizione alla nave. in patria saepe servata: Cicerone allude mestamente ai grandi servigî che egli aveva reso alla patria, ed in particolar modo alla opera sua nella congiura di Catilina, per cui gli era stato decretato il titolo di pater patriae.

servos fortiter fideliterque paratos fuisse ad dimicandum; ipsum deponi lecticam, et quietos pati, quod sors iniqua cogeret, 5 iussisse. Prominenti ex lectica praebentique immotam cervicem 6 caput praecisum est. Nec satis stolidae crudelitati militum fuit. Manus quoque, scripsisse in Antonium aliquid expro7 brantes, praeciderunt. Ita relatum caput ad Antonium, iussuque eius inter duas manus in Rostris positum; ubi ille consul, ubi saepe consularis, ubi eo ipso anno adversus Antonium, quantă nulla umquam humana vox, cum admiratione eloquentiae auditus fuerat.

lecti

4. ipsum, sogg. del seguente iussisse (che dipende da Satis constat). cam: i ricchi Romani, specialmente se di età avanzata, solevano viaggiare in lettiga.

5. Prominenti... praebentique, sott. Ciceroni. In questa rapida descrizione sono

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omessi alcuni particolari, facili ad essere sottintesi, come l'arrivo dei sicari di Antonio etc.

6. Nec satis... fuit «< Né questo bastò ». scripsisse etc. Cicerone aveva scritto delle veementi invettive contro Antonio, dette Filippiche (cf. sopra, N. X, nota al § 2).

7. in Rostris: Antonio volle cosí, con ischerno feroce, che la testa e le mani di Cicerone fossero appese alla ringhiera (Rostra) del Foro, dove il grande oratore aveva regnato tanti anni col potere dell'eloquenza: ubi ille consul, ubi saepe consularis, ubi eo ipso anno... cum admiratione eloquentiae auditus fuerat.

XIII. Battaglia di Filippi.

(Riduz. da EUTR., VII, 3, e da LIV., Epit.).

M. Brutus et C. Cassius, interfectores Caesaris, qui in Ma- 1 cedonia et Graecia ingentibus copiis praeerant, bellum moverunt. Profecti igitur contra eos C. Caesar Octavianus et M. Antonius in Graeciam transierunt et, magna parte Macedoniae occupata, apud Philippos castra posuerunt. Commisso proelio 2 aliquamdiu aequo Marte dimicatum est. Nam dextra utrimque cornua vicerunt, et castra quoque utrimque ab iis qui vicerant, expugnata sunt. Sed inaequalem fortunam partium mors Cassii fecit: qui, cum in eo cornu fuisset, quod pulsum erat, totum exercitum fusum esse ratus, mortem sibi conscivit. Disiectum eius 3 exercitum Brutus collegit, qui per viginti dies optimo consilio bellum ducens hostes inopia premere constituit; sed a militibus suis iterum depugnare coactus proelium commisit, quo victus est et in fuga voluntariam mortem obiit. Tum victores rempublicam inter se ita diviserunt, ut Octavianus Hispanias, Gallias, Italiam obtineret, Antonius Asiam, Lepidus Africam acciperet.

XIII. Cf. N.° XI.

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1. Profecti... C. Caesar Octavianus et M. Antonius: Lepido era rimasto a governare Roma. Philippos: Philippi (-orum), città della Macedonia, oggi Filibè. La battaglia ebbe luogo nel 42 a. C. 2. aequo Marte: con uguale successo, con esito incerto (in quanto che Marte, il dio delle battaglie, si mostrava ugualmente favorevole all' una e all' altra parte). dextra... cornua: le ali destre dei due eserciti che stavano di fronte (utrimque) erano rispettivamente comandate da Bruto e da Antonio; questi vinsero le schiere opposte, cioè le ali sinistre dei due eserciti rispettivamente comandate da Cassio e da Ottaviano. in eo cornu... quod pulsum erat: cioè l'ala sinistra, posta in fuga da Antonio. 3. bellum ducens: traendo in lungo la guerra; protraendo la battaglia decisiva. inopia: Bruto sapeva che all'esercito dei collegati facevan difetto le vettovaglie, e quindi voleva costringerlo alla resa senza combattimento. victores rempublicam inter se... diviserunt: i vincitori si divisero il governo delle provincie. Ben presto però essi vennero in discordia fra loro: Lepido perdette a poco a poco ogni autorità e fu da ultimo completamente messo in disparte; rimasero soli l'uno di fronte all'altro Cesare Ottaviano ed Antonio, che venuti ad aperta guerra combatterono per il dominio del mondo ad Azio nel 31 a. C. Vedi il N.° seguente.

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Fig. 37.

-Antonio e sua moglie Ottavia (sorella di Ottaviano Augusto).

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