Vita d'Ovidio Nasone del cavaliere Carlo Rosmini RoveretanoPresso G. Pogliani, 1821 - 366 Seiten |
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... sentimento , che è tanto più commendevole quanto è men comune a ' dì no- stri , noi non procuriamo a questo libro niuna raccomandazione tranne quella che gli deriva dal proprio merito , senza cui per verità ogni altra sarebbe vana ed ...
... sentimento , che è tanto più commendevole quanto è men comune a ' dì no- stri , noi non procuriamo a questo libro niuna raccomandazione tranne quella che gli deriva dal proprio merito , senza cui per verità ogni altra sarebbe vana ed ...
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... sentimento del dottissimo sig . Clemente Baroni Gavalcabò , cavaliere che ad una profonda cognizione delle scienze , unisce un gusto squisito anche nelle lettere amene . D ' alcuni suoi scritti m'ha egli per somnma cortesia fatto copia ...
... sentimento del dottissimo sig . Clemente Baroni Gavalcabò , cavaliere che ad una profonda cognizione delle scienze , unisce un gusto squisito anche nelle lettere amene . D ' alcuni suoi scritti m'ha egli per somnma cortesia fatto copia ...
Seite 41
... sentimento de quai versi e all ' espressioni se ben sosservi si scorge , voler qui alludere il pocta ai disordini di Giulia figliuola d ' Augusto , pei quali fit relegata dal padre . Ora è fuor di dubbio che le Eroidi vennero a luce ...
... sentimento de quai versi e all ' espressioni se ben sosservi si scorge , voler qui alludere il pocta ai disordini di Giulia figliuola d ' Augusto , pei quali fit relegata dal padre . Ora è fuor di dubbio che le Eroidi vennero a luce ...
Seite 162
... sentimento de ' propri disastri , sostenendoli con forte cuor con quel cuore , che già doveva esservi avvezzo . ( 2 ) . Bramava l'infe lice la morte , ma il morir in mezzo alla barbarie gli sembrava cosa insoffribile . Perchè empiamente ...
... sentimento de ' propri disastri , sostenendoli con forte cuor con quel cuore , che già doveva esservi avvezzo . ( 2 ) . Bramava l'infe lice la morte , ma il morir in mezzo alla barbarie gli sembrava cosa insoffribile . Perchè empiamente ...
Seite 214
... sentimento del Bruschio , del Zamosio , e d'altri , che in Sabaria città della Pannonia , ora Un- gheria , morisse Ovidio , e un sepolcro superbo gli fosse con iscrizione eretto , niente parmi veri simile , perocchè non è da credere ...
... sentimento del Bruschio , del Zamosio , e d'altri , che in Sabaria città della Pannonia , ora Un- gheria , morisse Ovidio , e un sepolcro superbo gli fosse con iscrizione eretto , niente parmi veri simile , perocchè non è da credere ...
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alcuni amante amici Amor anzi Arte d'amare assai atque Augusto avea aver bella bernesco Bianconi carmina Celso certo ch'egli colla conghiettura Corinna costumi Cotta credere d'Augusto d'Ovidio delitto dice Didone difetti donna dovea Ecuba Eleg Epist Epistola erat erit Eroidi esilio Fabio Fasti figliuola frigore fuit Getico Giasone Giulia Greci habet haec Ibid illa ille ingegno Inque ipse Latini Latona libro lode luogo marito Massimo Cotta Medea medesimo mente Messalino Metamorfosi mihi moglie morte mostra Nasone nisi niuno nomen nunc opus Ovidio padre parla passione passo patria Poema poesia poeta Pont potea poteva pregi prolissità Properzio pure quae quam quid quidem Quintiliano quod quoque quos ragione relegato Saepe scrive sdegno Seneca stile sunt Svetonio Tacito tamen tibi Tibullo Tiraboschi Tomi Tomitani Trist troppo Utque Vedi verba versi Via Clodia Virgilio
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Seite 267 - E corre al mar, graffiandosi le gote, Presaga e certa ormai di sua fortuna. Si straccia i crini, e il petto si percuote; E va guardando...
Seite 139 - A! quotiens certam me sum mentitus habere horam, propositae quae foret apta viae. Ter limen tetigi, ter sum revocatus, et ipse 55 indulgens animo pes mihi tardus erat. Saepe 'vale' dicto rursus sum multa locutus, et quasi discedens oscula summa dedi. Saepe eadem mandata dedi meque ipse fefelli, respiciens oculis pignora cara meis. 60 Denique 'quid propero? Scythia est, quo mittimur...
Seite 177 - Fortior in fulva novus est luctator arena, Quam cui sunt tarda brachia fessa mora : Integer est melior nitidis gladiator in armis, Quam cui tela suo sanguine tincta rubent...
Seite 341 - Un degli ardenti vostri lampi, occhi cari, or mi consoli, occhi vaghi e leggiadri, occhi lucenti, occhi de' miei pensieri e porti e poli, occhi dolci e sereni, occhi ridenti, occhi de' miei desiri e specchi e Soli, finestre de l'Aurora, usci del die, possenti a rischiarar le notti mie.
Seite 169 - Livor iniquo ullum de nostris dente momordit opus, nam tulerint magnos cum saecula nostra poetas, non fuit ingenio fama maligna meo, cumque ego praeponam multos mihi, non minor illis dicor et in toto plurimus orbe legor. si quid habent igitur vatum praesagia veri, protinus ut moriar, non ero, Terra, tuus.
Seite 289 - Nee quia te nostra sperem prece posse moveri, adloquor — adverso movimus ista deo ; sed merita et famam corpusque animumque pudicum cum male perdiderim, perdere verba leve est.
Seite 283 - Ergo ego te' nunquam nisi cum volet unda tenebo ? Et me felicem nulla videbit hiems...
Seite 135 - ... legi poterunt patienter ab ullo, nesciet his summam si quis abesse manum. ablatum mediis opus est incudibus illud, defuit et scriptis ultima lima meis. 30 et veniam pro laude peto, laudatus abunde, non fastiditus si tibi, lector, ero.
Seite 290 - Quod tibi maluerim, sine me debere procellis : Justior est animo ventus et unda tuo. Non ego sum tanti (quamvis merearis, inique !) Ut pereas, dum me per freta longa fugis.
Seite 140 - Te sequar ; et conjux exsulis exsul ero. Et mihi facta via est ; et me capit ultima tellus. Accedam profugae sarcina parva rati. Te jubet e patria discedere Caesaris ira ; Me pietas : Pietas haec mihi Caesar erit.