Non tamen hanc sacro violari pondere pinum 625 630 Impia turba probat factum. Tum denique Bacchus, (Bacchus enim fuerat) veluti clamore solutus Sit sopor; eque mero redeant in pectora sensus, Quid facitis? quis clamor, ait? qua, dicite, nautae, Huc ope perveni? quo me deferre paratis? Pone metum, Proreus, et quos contingere portus Ede velis, dixit; terrá sistére petitd. 632. Quid facitis? Homerus in Hymno de Baccho et latronibus, et Nonnus 1. 45. ferunt Bacchum a praedonibus vinculis ligatum fuisse, vincula autem ultro excidisse manibus et pedibus. 634. Pone metum Proreus. Eum significat, qui prorae pracest. 259 Io, cui cosa parea profana ed empia, Dissi: non soffrirò che in questa Nave, Dov' ho la maggior parte, mai s'adempia Questo cieco desio, che presi v' ave: Ed ecco mi percote in questa tempia Un pugno, di cui mai non fu il più grave, Mentre m' oppongo, e cerco con mio danno D'involar quel fanciullo al loro inganno. 260 Colui, ch'alzò ver me l'audace palma, Avea prima in Etruria alzato il braccio Contro un col ferro, e gli avea tolta l'alma, E n'era stato condennato al laccio: Ma non pendè la sua terrena salma. Per gravar i miei guai d'un altro impaccio; Fuggì dai birri a me sopra il mio legno, Ed io il condussi meco al Lidio regno. 261 Quell'ampia turba tutta in un concorre, Ch' ebbe il Toscan ragione, e che fe bene, Ch'io vuò sopra di me quel peso torre, Ch'a patto alcuno a me non si conviene; In quel romor, par che si senta sciorre Dal sonno il bel garzon, ch'oppresso il tiene: Che fin' allora addormentato, e lento S'era mostro stordito, e sonnolento. 262 E con piacevol viso a noi rivolto: Che romor (disse) è questo, che voi fate? Chi m'ha dal luogo, ov' io mi stava, tolto! Chi qui condotto? a che cammino andate? Non dubitar, con simulato volto, Gli disser quelle genti scellerate : Di pur, dove vuoi gir, prendi conforto, Che per gradirti prenderem quel porto. Naxon, ait Liber, cursus advertite vestros. 636. Naxon ait Liber. Naxus insula est Egei Cycladum clarissima, quae et Dionysias dicta fuit, ut inquit Solinus, vel quod hospita Baccho fuerit, qui Dionysius cognominatur, vel quod vini fertilitate alias Cycladas vincat. Unde Virgil. Bacchatamque jugis Naxon. 647. E quibus Ethalion. Ethalion vetustiores. Te scilicet. Ironice vel interrogatorie. 263 All'isola di Nasso andar vorrei, Io già per gire a Nasso avea voltato 265 Io, che veggo l' infame intenzione, Verso il fanciullo credulo, e innocente; Non piaccia a Dio, diss'io, ma il dissi piano, 266 Ognun mi biasma, e dice villania, 27 Explet opus, Naxoque petit diversa relictá. Tum Deus illudens, tanquam modo denique fraudem 650 Senserit, è puppi pontum prospectat aduncá, 660 658. Per tibi. Ma oplaλuopávn xai пαtota Deov; sic Mercurius per se jurat apud Plautum in Amphitr. Sos. Per Jovem juro, me esse Sosiam, neque falsum dicere. Mer. At ego per Mercurium juro, tibi lovem non credere. |