Virginei Cinyras haec credens esse timoris, Flere vetat; siccatque genas, atque oscula jungit. Myrrha datis nimium gaudet, consultaque qualem Optet habere virum: Similem tibi, dixit. At ille Non intellectam vocem collaudat: et, Esto Tam pia semper, ait. Pietatis nomine dicto, Demisit vultus, sceleris sibi conscia, virgo. Noctis erat medium, curasque, et pectora somnus Solverat. At virgo Cinyreïa pervigil igni
Sta la vecchia ostinata e la fanciulla; L'una non vuol parlar, l'altra la prega Per i primi alimenti e per la culla, Che palesi il suo duol, ma non la piega. Le dice: Figlia, ogni sospetto annulla, Ed a chi ti diè il latte, il fatto spiega: Volge ella il lume altrove e non la guarda, E la risposta a lei nega e ritarda.
Soggiugne la Nutrice: Il duol confida, Che ti fa in sì vil pregio aver la vita; Che non sol ti sarò secreta e fida, Ma ti darò consiglio e certa aita : Nè puoi trovar la più sicura guida Di quella madre pia che t' ha nutrita; Non sento l' età mia però sì lenta, Che non ti possa ancor render contenta. 161
Se furioso ardor l'alma ti piaga, Si curerà con l'erba e con l'incanto : S'alcun t'affligge il cor con arte maga, Io ti torrò con l'arte istessa il pianto. Se del ciel l'ira è di vendetta vaga, Placherò il ciel col sacrificio santo: Sia qualsivoglia il morbo io non rifiuto Di darti fido avviso e certo ajuto.
Salvo il regno veggiam, salvo l'onore Dalla malvagia sorte e da' nemici: Tua madre ha sano il corpo e lieto il core, Tuo padre por si può fra i più felici. Come il nome di padre ella dà fuore, Rimembra a Mirra i suoi pianti infelici : E come piace al troppo ardente affetto, Manda un sospir dal più profondo petto.
Carpitur indomito, furiosaque vota retractat: Et modo desperat ; modo vult tentare: pudetque, Et cupit; et, quod agat, non invenit. Utque securi Saucia trabs ingens, ubi plaga novissima restat, Quo cadat, in dubio est, omnique a parte timetur. Sic animus vario labefactus vulnere nutat 375 Huc levis, atque illuc; momentaque sumit utroque. Nec modus aut requies, nisi mors, reperitur amoris. Mors placet: erigitur; laqueoque innectere fauces
372. Utque, ac veluti summis antiquam in montibus ornum Cum ferro accisam crebrisque bipennibus instant Eruere agricolae certatim: illa usque minatur, Et tremefacta comam concusso vertice nutat, etc. Æneid. 2.
Sospizïon la vecchia ancor non prende Del grande error, che in lei cagiona il male : Ma ben dal caldo suo sospiro intende Ch' offeso ha il cor dall' amoroso strale: E da prudente l'animo l'accende A confessare il colpo aspro e mortale; E poich' il volto suo nel sen raccoglie, Secca il pianto col vel, ma non gliel toglie. 164
Dappoi le torna a dir: Figlia, io conosco, Che t'ha piagato il cor l' aurato dardo, E che l'ardor dell' amoroso tosco
Volle per sempre il Sol torre al tuo sguardo, Quand' io tolsi la cinta al collo e al bosco: Or poichè 'l braccio mio non giunse tardo, Se l'ardor mi palesi, il qual ti preme, Farò ch'ancor godrai l'amata speme. 165
lo porrò l'amor tuo nelle tue braccia, Se mi dirai, qual fiamma 'l cor t'accenda ; Però nomarmi il giovane ti piaccia, E lascia dopo, ch'io cura ne prenda; Ch'a tuo piacer farò, che teco giaccia, Senza che'l padre tuo nulla n' intenda : Viene al nome del padre ella vermiglia, E dal grembo senil la fuga piglia.
Si fugge (affinchè 'l suo rossor s'asconda) Dal lungo prego e dal senil cospetto Verso le piume; e'l pianto, che le abbonda, Col viso volto in giù versa sul letto. La Vecchia la molesta, che risponda, Ed ella dice: O torna al tuo ricetto, O non cercar, perch' io la morte brame, Perchè quel, che tu cerchi, è vizio infame.
Destinat: Et, zoná summo de poste revinctà, Care vale Cinyra, caussamque intellige mortis, 380 Dixit; et aptabat pallenti vincula collo. Murmura verborum fidas nutricis ad aures Pervenisse ferunt, limen servantis alumnae. Surgit anus, reseratque fores: mortisque paratae Instrumenta videns, spatio conclamat eodem, 385 Seque ferit, scinditque sinus, ereptaque collo Vincula dilaniat; tum denique flere vacavit;
38 2. Nutricis. Nutricem hanc Liberalis fab. 24. appellat Hippolyten. 385. Instrumenta. Zonam laquei vice de poste revinctam.
386. Scinditque sinus. Vesti um subaudiatur. Id autem in magnis doloribus fieri consuevit.
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