270 Mollibus in plumis, tanquam sensura, reponit. 119 Le porta di quei don vaghi e gentili, 120 Miratala poi ben fiso ed intento; E datole ogni lode alta e giojosa, Fere l'orecchie sue con questo accento: Sebben pensai di viver senza sposa, Quando piacesse al ciel farmi contento. D'una donna si bella e graziosa, Qual'è l'eburnea tua bellezza e spoglia, Cangerei per tuo amor pensiero e voglia. 121 Che quando già fermai nella mia mente Di non voler compagna entro al mio letto, Fu per quell' atto osceno ed impudente, Ch'io vidi far nel mio regal cospetto: Ma l'alma vista tua casta e prudente Promette onor, bontà, pace e diletto; Promette il volto tuo grato e giocondo, Quanto di gioja e ben può dare il mondo. 122 Ma tu del letto mio sarai consorte, S'io di tanta beltà però son degno: Te vuò compagna far della mia sorte, Non sol del letto mio, ma del mio regno. Tosto che splender fa l'eterna corte Nell' alto cielo ogni stellato segno, Spoglia la Sposa e nelle ricche piume La pon, qual fosse viva e spegne il lume. Flamma ter accensa est; apicemque per aëra duxit: 285 279. Flamma. Felicis utique ominis erat: sic ubi in sacris et libaminibus crebrius et altius emicarent ignis scintillae et flammae. 283. Tentatum. Non una et sola fuit haec virgo eburnea aut marmorea: plurimas credo duras primum et difficiles amatoribus, obsequio tamen et assiduis precibus emollitas. 123 Così nel letto suo locolla, e tenne Da questo tempo in poi passato il giorno, Finchè quel di sempre onorato venne, Ch'unir fa il regno Ciprio d' ogn' intorno Con pompa a venerar ricca e solenne, Del tempio santo alteramente adorno, La Dea, ch' in Cipro tien la propria sede, In cui l'isola tutta ha maggior fede. 124 La scure fra le corna ornate d'oro, Quando Pigmalion devoto e fido, La Dea che lieta alle sue Feste apparse, Spiegato che al suo volto egli ebbe il velo, Fè, che tre volte in aere una fiamma arse, Ed innalzò l'acuta punta al cielo, Per dare augurio a lui, che non fien scarse Le man veneree al suo pietoso zelo ; Torna ei del buono augurio a casa lieto, Per goder l'amor suo chiuso e secreto. Metam. Vol. IV. 5 290 Corpus erat: saliunt tentatae pollice venae. 390. Paphius Pygmalion Cyprius, Sed |