Le bruttezze di Dante: osservazioni critiche intorno alla terza cantica della Divina commedia, Band 3R. Marghieri di Giuseppe, 1879 - 101 Seiten |
Andere Ausgaben - Alle anzeigen
Häufige Begriffe und Wortgruppen
adoperato alcuni Alighieri ammirare anime applicato appresso assai male avrebbe beati Beatrice bello bruttezza bruttissimo buono al poeta Cacciaguida cagione cantica canto ottavo CANTO XXI Carlo Martello censura certo ch'è ch'io chè chiosatori cielo colla comentatori concetto contenuto copisti credo Dante dice dimanda discorso Divina Commedia Ecco Eneide errore di copia esempio esplicare evvi far rima fece Francesco Burlamacchi fratelli Bandiera gran guente imagine Inferno intorno invece ispecie istà l'animo l'epiteto Lasciando stare lettore logogrifi lume mandar buono maraviglia Masaniello mente Napoli necessità della rima occhi oltre oscurità padre Cesari Paolo Costa papa Paradiso parlare parola peccato Piccarda poco poema poeta volle dire poscia Purgatorio quivi Ricciardi Rifeo rime stentate rinvengonsi santo scusa seguente terzina seguente verso sembra significato stranissimo strano terzine che seguono terzine seguenti terzo verso tori trovo ultimo verso vece veder vedere verbo Virgilio zina
Beliebte Passagen
Seite 94 - In quel gran seggio, a che tu gli occhi tieni, Per la corona che già v...
Seite 116 - Sì di Parnaso, o bevve in sua cisterna, Che non paresse aver la mente ingombra, Tentando a render te qual tu paresti Là, dove armonizzando il ciel t' adombra, Quando nell' aere aperto ti solvesti ? CANTO XXXII.
Seite 112 - Prima ch' io fuor di puerizia fosse , Volsimi alla sinistra , col rispitto Col quale il fantolin corre alla mamma Quando ha paura o quando egli è afflitto, Per dicere a Virgilio : men che dramma Di sangue m' è rimasa che non tremi : Conosco i segni dell
Seite 56 - Ciò che non muore e ciò che può morire, Non è se non splendor di quella Idea Che partorisce, amando, il nostro Sire; Chè quella viva Luce che si mea 55 Dal suo Lucente, che non si disuna Da lui, nè dall...
Seite 15 - Desiderosi d' ascoltar, seguiti Dietro al mio legno che cantando varca, Tornate a riveder li vostri liti, Non vi mettete in pelago; che forse, Perdendo me, rimarreste smarriti. L'acqua ch'io prendo giammai non si corse: Minerva spira, e conducemi Apollo, E nove Muse mi dimostran l'Orse.
Seite 120 - Ed ella a me : Da tema e da vergogna Voglio che tu omai ti disviluppe, SI che non parli più com' uom che sogna. Sappi che il Vaso, che il Serpente ruppe, Fu, e non è : ma chi n' ha colpa, creda 35 Che vendetta di Dio non teme suppe.
Seite 49 - Di che l' animo vostro in alto galla, Poi siete quasi entomata in difetto, Sì come vermo, in cui formazion falla ? Come per sostentar solaio o tetto, Per mensola talvolta una figura Si vede giunger le ginocchia al petto, La qual fa del non ver vera rancura Nascere a chi la vede; così fatti "Vid' io color, quando posi ben cura. Ver è che più e meno eran contratti, Secondo ch
Seite 29 - Perché l'animo tuo tanto s'impiglia », disse '1 maestro, ,« che l'andare allenti? che ti fa ciò che quivi si pispiglia? Vien dietro a me, e lascia dir le genti: sta come torre ferma che non crolla già mai la cima per soffiar de...
Seite 61 - Poi si rivolse, e parve di coloro Che corrono a Verona il drappo verde Per la campagna; e parve di costoro Quegli che vince e non colui che perde. CANTO DECIMOSESTO varia era in loco ove s...
Seite 98 - Elicona, ma su nel ciclo infra i beati cori hai di stelle immortali aurea corona, tu spira al petto mio celesti ardori, tu rischiara il mio canto, e tu perdona s'intesso fregi al ver, s'adorno in parte d'altri diletti, che de