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1200-1212. Nicolaus (3) XLV, XLVI, XLVII, XLVIII, XLIX, LI, LII. 1209. Iohannes Petri L.

1222-1226. Rainaldus Girardi sacri Romani imperii scriniarius LIII, LIV, LV, LVII, LVIII, LX.

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1224-1251. Leo LVI, LIX, LXI, LXV, LXVII, LXIX, LXX, LXXII, LXXIII.

1230. Raynerius Iohannis Egidi (4) LXIII.

1230.

1240.

I244.

Donadeus sacri Romani imperii scriniarius LXIV.

Iohannes Henrici LXVI.

Iohannes Petri (5) LXVIII.

1247. Iacobus Iudicis LXXI.

1260-1280 Iohannes Romani (6) LXXIV, LXXV, LXXVIII, LXXIX, LXXX, LXXXII.

1268. Iacobus Marcelli LXXVI.

1269.

Petrus Cardegalli apostolice Sedis auctoritate notarius LXXVII. 1279-1286. Remigius LXXXI, LXXXIII, LXXXIV, LXXXV.

1316. Andreas Salomonis de Lugnano auctoritate alme Urbis prefecti notarius LXXXVII.

1327. Laurentius Obicionis imperiali auctoritate notarius LXXXVIII.

1360.

1365.

Paulus Smanta notarius palatinus LXXXIX.

Antonius Stephani Granni imperiali auctoritate notarius XC.

(1) Nel testo soltanto: « scriniarius »; manca la completio.

(2) Nel testo: « scriniarius S. R. E. »; nella completio soltanto: « scriniarius ». (3) Lo stesso scrittore esemplò il documento XVIII.

(4) Nella completio: «Raynerius Iohannis >>.

(5) Nella completio soltanto: « lohannes ».

(6) Nei primi due documenti: « Iohannes Romani iudex et scriniarius »; nei docc. LXXVIII ed LXXXII: « sacri Romani imperii notarius »>; nei docc. LXXIX ed LXXX semplicemente : << notarius ».

DELLA CAMPAGNA ROMANA

(Continuaz. vedi vol. XXVII, p. 461)

Vie Labicana e Prenestina.

Esplorato il più gran latifondo imperiale che si estendeva da S. Cesario a Zagarolo, prima di procedere per la via Labicana, dobbiamo volgerci a destra e per un'antica strada a cui corrisponde quasi la moderna, salire alla collina di Monte Compatri, che con quella vicina di S. Silvestro e con Monte Salomone forma il punto più avanzato del territorio Labicano verso quello Latino (1). Questa specie di punta nelle colline del Lazio spetterebbe, in rigore fisico, ai colli Albani; ma la storia si oppone alla geologia ed alla topografia; e quindi noi dobbiamo qui registrare questo gruppo, che rappresenta la culla dei Labicani primitivi.

MONTECOMPATRI e S. SILVESTRO.

Questo Comune, alla cui storia il NIBBY (III, p. 338) dedicò poche righe, sorge sopra l'ultima lacinia dei colli Tuscolani, all'altezza di m. 583 sul mare, con ampio orizzonte, con vista splendida della valle Labicana e dei monti Sabini e Simbruini. Ha poco più di 4000 abitanti, territorio ferti

(1) Avanzi dell'antico selciato di questo tronco Labicanense sono sparsi per tutte le vigne circostanti.

lissimo per castagne, uve e frutta, il più eccellente vino del Lazio e l'acqua più pura della provincia romana, recentemente condotta sull'altipiano d'ingresso al paese, dalle sorgenti dette di Carpinello, con ingente spesa, perforando monti di selce. Perciò la fonte moderna è decorata con una figura. rappresentante il genio della scavazione.

Sarò breve nella illustrazione dell'antica storia e del sito di questo Comune, dicendo che, tra gli scrittori competenti sulla topografia antica di cotesto suolo, PIEtro Rosa, G. B. DE ROSSI ed ERMANNO DESSAU vi hanno riconosciuto il sito dell'antico Labico. Essi hanno avuto ragione, per quanto non abbiano veduto chiaro lo spostamento dell'antico e primitivo centro nel secondo Labico Quintanense; come anche l'esistenza di un castello Labicano poi villa romana, in Monte Salomone, che il CIUFFA e il VITALE, esageratamente, presero per il primitivo Labico, mentre probabilmente fu la seconda sede dei Labicani.

Il nome compitum, classica indicazione del nodo di strade, a cui faceva capo questo Comune, fu corrotto in quello di compatrum nel medio evo, e fece perdere la testa al buon cardinal Piazza, che vi sognò i padri della patria adunati in congresso (Gerarchia Cardin. pag. 270), e ne fu rimproverato sul serio dal Vitale! Questo compitum Labicanum ci fa risovvenire del non lontano compitum Anagninum (LIVIO, XXVII, 4). Antichità in Monte Compatri non mancano, per quanto sieno state distrutte nel fare il castello e le case del medio evo, come le pietre di Monte Salomone sono servite a pavimentare tutto il paese (1).

(1) Ricorderò il sepolcro di Ti. Claudius Ner. Aug. lib. Daphnus e di due suoi amici (HENZEN. Bull. Inst. 1856, p. 157) in vigna Passavanti, l'altro di Valerius Priscus aedi pleb. etc. in vigna Missori, a monte Doddo (ivi) la basetta rotonda collegi salutaris iuvenum augustalium (GARRUCCI, Civ. Catt. 1882, p. 737), la iscrizione trovata, nel 1885, verso Roma con le parole deverticulum privatum (Tomassetti G. in

Per quanto le antiche memorie di M. C. trasportino verso la via Labicana, quelle del medio evo trasportano invece verso la via Latina; poichè la politica e strategica importanza dei castelli dei monti Albani assorbi quella dei Labicani spopolati e decaduti. Così vedremo gli Annibaldi e poi i Colonna signoreggiare in M. C.

Museo ital. d'ant. class. 1885), una, che credo inedita, trovata nel 1899 sotto M. C. che si può leggere così, in lettere minuscole:

POMPEI M F⚫C]]!!DR!!!]

VIXIT ANN IV MENSIB. VI. DIEB • XI

FILIORVM

M POMPEI ATIMETI · ET

CINCIAE SATVRNINAE

nella prima linea è guasto il cognome (Codri?), ed una delle note tavole lusorie: idiota recede – ludere nescis - da lus ori locu (sic) di cui ho avuto il calco dal compianto avv. Saturnino CIUFFA, amantissimo delle memorie Compatrensi, che mi ha donato anche parecchi calchi di bolli di figuline.

Le antichità di questi luoghi sono state recentemente e con somma diligenza annotate dal sig. ASHBY iunior (Class. topogr. of the Rom Campagna, I, p. 258 sg.) delle cui osservazioni per il primo tronco della via non ho potuto finora giovarmi, avendo già dato alle stampe il mio testo, quando ebbi in mano il suo volume. Neppure egli aveva veduto il mio lavoro quando pabblicava il suo. Lo ringrazio delle citazioni che fa di altri miei scritti sulle memorie di questo territorio. Non ammette la coincidenza, che io proposi, della villa di Prata Porci di Nevius Crispinus col fundus Crispinis della via Labicana del Regesto di Gregorio II (non Gregorio IX com'è stampato, per errore tipografico, dall'Ashby) perchè la cifra assegnata nel codice Vaticano 3833 non corrisponde. Ma io so per esperienza che le cifre di quel codice vanno prese, come suol dirsi, con le molle. Nel territorio di Montecompatri esamina con diligenza le antichità dei casali Mazzini, Brandolini, Ciuffa ed altri, e riproduce lapidi e monumenti. Ammette l'esistenza dei Labicani secondi (Quintanensi) dove si sono trovate le loro memorie da me per primo pubblicate; riconosce in Montecompatri il primitivo Labico, e in M. Salomone uua villa o tempio.

Verrò disponendo in ordine cronologico le notizie Montecompatrensi, insieme con quelle del Monte S. Silvestro, pittoresco antico santuario dedicato dai cristiani al santo delle selve, per estirparvi la pagana superstizione; e che noi dobbiamo considerare come parte del territorio Compa

trense.

Dalle qui sottoposte notizie, non anteriori al secolo XIV, si può ricostruire la storia medievale di M. C. Non si conosce l'origine del ripopolamento di esso, che il NIBBY attribuisce, per congettura, al fatto della distruzione di Tuscolo del 1191. Certamente esso fu castello baronale degli Annibaldi, e posto avanzato per la protezione della valle della Molara, centro della loro potenza.

a. 1340, 15 giugno. Benedetto XII da Avignone scrive ai senatori di Roma che reprimano la baldanza di Bertoldo Orsini e Giacomo Savelli nella città, che usurpando la potenza senatoria commettono prepotenze, tra cui quella di proteggere e far cavalcare per la città Francesco Alberteschi e Annibaldo di Giovanni Annibaldo de Monte Compatrum colpevoli d'intercettare i viveri e di altre violenze (Reg. an. IV, ep. 105; THEINER, II, p. 83).

a. 1347, gennaio. Lapide sepolcrale, ora perduta, di Antaldo figlio di Giovanni de Militiis (Annibaldi) de Monte Compatrum sepolto in Roma, nella chiesa di Santa Maria in Aracoeli (CASIMIRO, Mem. p. 271).

a. 1354. Cola di Rienzo, nel tempo che fu senatore di Roma, pose a capo delle milizie romane Riccardo Annibaldi signore di Montecompatri affinchè assediasse i Colonna in Palestrina, come valoroso, come viciuo e pratico dei luoghi. Ma poi, sospettando di lui, lo depose, e gli sostituì persone incapaci - il che contribui a far decadere Cola nella pubblica stima (M. VILLANI, IV, 23; PAPENCORDT, Cola, p. 280).

a. 1363, 10 ottobre. Atto di conferma di tutela sulla persona di Annibalduccio di Giovanni e Caradonna Anni

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