Repperit ossa tamen peregrina condita ripů, Incubuitque loco; nomenque in marmore lectum Perfudit lacrymis, et aperto pectore fovit. 103 O Dio, che disse , e fe, quando fu giunta Alla terra lontana e peregrina, Dove il Pò fende in due parti la punta, E ne va per due strade alla marina : Da soverchio dolor trafitta e punta Sopra il novo sepolcro il volto china; Legge, e sparge di pianto il dolce nome, Stracciando le canute inculte chiome. 104 Alzando al cielo poi gli umidi rai; Disse, dal dolor cieca e dallo sdegno : Deh, perchè Giove , un figlio tolto m’hai, Degno della tua corte e del tuo regno? Qual uom, qual Dio fra voi si trovò mai, Che s'alzasse con l'animo a quel segno ? Dunque un cor si magnanimo e sì forte Dovea per premio aver da voi la morte? 105 106 Nec minus Heliades lugent, et inania morti 340 340. Heliades. Solis filiae, attó tã iniy, a sole: quae etiam a fratre Phaëthontiades appellatae fuerunt. Earum nomina sunt Phaëtusa, Lampetie, Phoebe. Quae cum fratrem per quatuor menses assiduè flevissent , tandem Jovis miseratione, in populos, vel ut alii volunt, in alnos mutatae sunt. Lachrymae verò ipsarum, in succina seu electra conversae fuere. 107 108 109 110 La terza stanca alfin s'asside in terra, Le man commette, e in seno asconde il viso, E fralle braccia il muto capo serra , Col pensiero al fratello intento e fiso, Stavvi un gran pezzo , e poi le man disserra , E rompe qnel silenzio all'improvviso ; Și graffia, e straccia , e le man batte , e stride, Finchè di nuovo si stanca , e s'asside. Luna quater junctis implerat cornibus orbem: quam conata venire sque Ambit: et erstabant tantum ora vocantia matrem.355 344. Luna qualer junctis ec. Quatuor nienses transierant. Transit ad Metamorphosin Heliadum. 3.46. E quis Phaclusa. Phaëthon!is sorores alii in aerélg85, populos ni. gras, alii in alnos mutatas fuisse fabulantur. Virg. 6. Ecloga in. Tzetzes 137. Chilial. 4. |