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1. di san Martino a Montedoglio;

2. di san Donato a Tubiana;

3. di santa Croce in Pian di Borgo;

4. di san Palerniano al Vivajo;

5. di san Leone al Pian di Anghiari;

6. de' santi Stefano e Gerolamo, due popoli uniti, in Pian di Anghiari.

3. La pieve di Ponte alla Pietra è intitolata a san Giovanni, di gius patronato dei conti di Galbino e di Montauto: ha quattro filiali:

1. san Nicolò a Gello;

2. santa Maria a Casanovole;

3. san Giorgio a Colignole;

4. santi Biagio e Cristofano a Savorniano.

4. Bibbiena è la più cospicua terra del Casentino: la sua antichissima chiesa plebana è prepositura: n'è titolare il martire sant' Ippolito: se ne trovano traccie sino dal decimo secolo. Da due brevi pontifizii del 4455 e del 1207, il primo del papa Adriano IV, e il secondo d'Innocenzo III, raccogliesi, che questa pieve allora aveva sotto di sè ventotto cappelle dipendenti e tributarie; mentre oggidì non ne ha che quattro e sono: 1. sant' Andrea a Campi;

2. santa Flora a Sarna;

3. san Donato a Banzena;

4. santi Bartolomeo ed Jacopo a Terrossola.

5. Gello dell' Abate, ossia Gello del Casentino, la cui chiesa, oggidi battesimale, intitolata a san Martino era una delle filiali della pieve di Partina. Ebbe il nome di Gello dell' Abate, perchè questo casale fu soggetto agli abati camaldolesi di Pratiglia, che ne divennero padroni per le molle donazioni loro fatte. Le fu da lungo tempo annessa ed unita la parrocchia di san Giovanni a Tramoggiano; ed ha unica sua filiale la chiesa di santa Maria Assunta di Giona.

6. Partina era da prima intitolata a santa Maria; oggidì lo è a san Biagio ed assume il nome dal villaggio, in cui esiste. L'antica chiesa oggidi abbandonata stava sulla ripa destra dell' Archiano, là dov'è

appunto il caseggiato della parrocchia ; se ne vedono tuttora gli avanzi, che ce ne attestano l'erezione avanti il secolo XIII, e che consistono nelle muraglie di pietre squadrate, tribuna e finestre a foggia di feritoje. La pieve odierna sta sulla strada di Camaldoli, a sinistra del fiume summentovato. La giurisdizione plebana su di essa fu ceduta dai vescovi di Arezzo agli eremiti di Camaldoli sino dal 1037; confermata dipoi nel 1064.. Nel territorio di questo piviere era compresa la badia di Pratiglia, di cui dirò alla sua volta. Dall'antica matrice dipendevano dieci parrocchie: 1. san Venerio, oggidì distrutta ;

2. san Pietro a Basciano, annessa presentemente a quella di san Donato a Marciano;

3. santi Jacopo e Cristofano di Gressa, esistente tuttora sotto altra pieve;

4. san Michele a Lierna, esistente anch'essa ;

5. san Michele a Biforco di Corezzo, che pur esiste, soggetta ad altra matrice;

6. san Bartolomeo di Camporena, che fu concentrata di poi con

la pieve;

7. san Lorenzo di Raginopoli, ch' esiste ancora ;

8. la chiesa di Candole, unita anch' essa alla pieve;

9. lo spedale di san Lorenzo in Avena, ch'è la stessa summentovata di Raginopoli;

10. san Biagio a Pratina, ch'è la pieve odierna:

la quale diventata chiesa plebana, per decreto vescovile del 9 settembre 1744, ebbe sotto di sè per ben quarant' anni sua filiale la pieve antica di santa Maria: ma ridotta in rovina la chiesa, come ho detto di sopra, ne andò concentrato il popolo con la cura plebana. Di questa oggidi sono succursali le otto parrocchie seguenti:

4. san Nicolò di Soci;

2. san Nicolò di Serravalle;

3. san Jacopo di Gressa;

4. san Lorenzo in Avena, ossia in Reginopoli;

5. san Michele a Lierna ;

6. san Biagio a Pratale;

7. san Martino a Monte;

8. san Donato a Marciano.

Vol. XVIII.

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7. Poppi è terra illustre, già forte castello, residenza de'conti Guidi da Battifolle. È nella Val-d' Arno casentinese, sulla cima di un colle isolato. Le sue mura serbano ancora le vestigie di baluardi e di torri, di cui probabilmente fu autore il conte Guido Novello, dopo la vittoria di Montaperto: girano due terzi di miglia ed hanno quattro porte. Nella parte più elevata del colle sorge il palazzo merlato, ove dimoravano i conti padroni del castello. L'origine di questa terra non si conosce: chi ne derivò l'etimologia dalle poppe, chi da popolo, chi dalla poppa dei bastimenti; i più la vollero attribuire alla famiglia Pompilia, e la riputarono quindi di origine romana. Nelle antiche pergamene ha il nome di Popium: e di Puppium: non se ne trovano per altro memorie, che precedano l'anno 1169. Dacchè questo castello ebbe esistenza non si sa, che formasse particolare parrocchia, ma dipendeva direttamente dalla pieve di santa Maria a Bujano, a cui succedè più tardi la chiesa abaziale di san Fedele di Strumi; ed oggidì la pieve stessa di santa Maria dipende invece dalla pieve di Poppi. La chiesa titolare di questo castello è intitolata a san Marco: essa fu eretta circa l'anno 1248, ed allora ne fu anche stabilita la parrocchia per decreto del vescovo di Arezzo, distaccata dal territorio della plebana di santa Maria di Bujano. Fu dipoi eretta anche essa in matrice, prima ancora, che ne fosse soppressa l'antica, e che, trasferita nell' abazia di san Fedele, le divenisse filiale. Nell' anno poi 4744, con decreto vescovile del 3 settembre, la pieve di san Marco fu dichiarata prepositura; e con altro decreto del 23 dicembre 1779, le fu unita la parrocchia arcipretale di san Lorenzo di Poppi. Era in questo castello la badia di san Fedele a Strumi qui trasferita, della quale parlerò alla sua volta tra le abazie, ch' erano tra i recinti della diocesi aretina. Altre claustrali famiglie esistevano in Poppi, le sole superstiti oggidi sono le agostiniane, il di cui convento ebbe fondåtrice nel 1565 donna Dianora Paolozzi da Poppi, ed i cappuccini, che hanno il loro convento sull' ameno ripiano del colle Tenzino o dell' Ascensione. Ha sue filiali la matrice di san Marco le undici parrocchie :

1. di san Fedele di Poppi, già posta a Strumi;

2. san Martino a Tremoleto;

3. san Donato a Filetto;

4. san Giambattista a Ruota,

5. san Giambattista di Loscove;

6. san Nicolò a Quorle;

7. san Michiele a Lorgnano;

8. san Lorenzo a Fronzola;

9. san Bartolomeo d'Agna;

10. san Matteo a Memmenano;

11. l'Assunta di Certomondo, eretta in parrocchia nel 1783.

8. Bujana, benchè pieve soppressa e trasferita sotto la matrice di Poppi, dev'essere qui commemorata. N'era titolare santa Maria: se ne trovano le prime memorie tra le pergamene dell' abazia di san Fedele a Strumi sino dall' anno 1010. La corte di Bujano con la sua chiesa battesimale, ch'è questa di santa Maria, ed il sovrastante castello di Fronzola furono assegnati in benefizio alla badia di Capolona dall'imperatore Federigo I, con diploma del 1.o luglio 1461, dato in Lodi. Le filiali di questa pieve sono le summentovate, che appartengono adesso alla matrice di Poppi.

9. Chiassa, intitolata a santa Maria, è una pieve antica, sulla sinistra ripa del torrente di simil nome, il quale a un' altra ancora lo dava: alla pieve, cioè, di santo Stefano in Chiassa, detta talvolta in Piscinale, il di cui battisterio fu trasferito nella chiesa di santa Maria a Giovi, già sua filiale. Di entrambe si trovano memorie sino dall' anno 1026 e dicevansi in Classe. La pieve di santa Maria aveva anticamente nove parrocchie filiali:

1. santa Maria di Fabbrica;
2. sant' Antonio in Chiassa ;
3. sant'Egidio a Campriano;
4. sant' Angelo a Marignano;
5. sant' Andrea a Perlongo;
6. sant' Angelo a Tregozzano;

7. santo Stefano a Rubbiano;

8. santa Maria Maddalena in Chiassa;

9. san Giustino a Monte-Giovi;

delle quali chiese parrocchiali alcune sono distrutte, ed alcune appartengono ora alle pievi limitrofe. Le filiali odierne di santa Maria in

Chiassa, le quali alternano il servizio con le pievi di Giovi e del Castelluccio, sono queste sole quattro:

1. santi Pietro e Paolo a Campoluci ;

2. san Giustino a Monte-Giovi;

3. san Quirico di Marcena;

4. santa Felicita di Petrognano.

10. Giovi era una chiesa filiale del piviere di santo Stefano in Chiassa, e diventò sua matrice sino dal secolo XIV. Essa dicevasi e dicesi santa Maria de Jove, perciocchè il piccolo castello, in cui esiste, portava il nome di Castrum Jovis, donde ne derivò l'odierno di Castello o Borgo di Giovi. Le attribuzioni perciò di questa e le giurisdizioni sue sono le stesse, di cui godeva da prima la sua antica matrice di santo Stefano in Chiassa. Cotesta chiesa di santo Stefano dicevasi anche in Piscinale, perchè vicina al confluente della Chiassa nell'Arno, luogo allagato non di rado dalle acque di entrambi. Essa aveva sotto di sè otto filiali: 1. san Tommaso a Castelnuovo;,

2. santi Quirico e Giuditta a Marcena, a cui fu unita da rimota età
la parrocchia di san Tommaso di Castelnuovo della Chiassa ;
3. santa Maria a Giovi, ch'è appunto l'odierna matrice;

4. san Bartolomeo a Piscinale;

5. san Savino a Saturno;

6. san Jacopo a Petrognano;

7. l' ospitale del ponte alla Chiassa ;

8. l'ospedale del ponte a Caliano:

ma presentemente le filiali della pieve di santa Maria a Giovi sono le summentovate, che alternano l'obbedienza con la pieve di santa Maria in Chiassa e del Castelluccio.

14. Falciano, piccolo casale, che dà il nome alla pieve di santa Maria, nella Val-d' Arno casentinese. Essa aveva due sole filiali, da gran tempo diroccate, l' una di santa Maria de Ghiora, l'altra di sant' Andrea di Agnano; ed oltre a queste comprendeva nel suo territorio anche l'abazia del Sasso, ridotta da lunga età alla condizione di semplice oratorio.

12. Subbiano, borgo nella Val-d' Arno aretino, con chiesa plebana

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