SILVIO FEDERICI SAGGI DI CRITICA Repetamus et tractemus, nec per (QUINTILIANO, X, 1) PERUGIA UNIONE TIPOGRAFICA COOPERATIVA (GIÀ DITTA BONCOMPAGNI) 1898 MV2 L'ODE III DEL LIBRO I DI ORAZIO Erra chi dice, Che natura ponesse all' uom confine Di vaste acque marine, Se gli die' mente, onde lor freno imporre Insegnogli a guidare I gran tronchi sul mare E in poderoso canape raccorre I venti, onde su l'acque ardito scorre. (PARINI, L'innesto del vaiuolo) RAZIO ebbe un carattere aperto e moderato e fu -- quello che oggi si direbbe un uomo pratico. Mi ricordo di un tale che soleva dire: La vita è un signore, col quale non si può nè vincerla nè impattarla; (egli sostituiva alle parole è un signore quello, cioè don Rodrigo, queste altre, la vita è un signore) e per evitar l'obbiezione che era possibile fargli e che forse qualcuno gli aveva fatto: Ma lo sarà pei don Abbondi, soggiungeva, dopo una breve pausa e un doloroso sospiro, accompagnando le parole con un gesto e un muover di capo suo proprio: E innanzi alla vita chi si può vantare di non essere un don Abbondio? Tuttavia qualcuno si provava di contradirlo; ma più |