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SILVIO FEDERICI

SAGGI DI CRITICA

Repetamus et tractemus, nec per
partes modo scrutanda omnia, sed per-
lectus liber utique ex integro resu-
mendus.

(QUINTILIANO, X, 1)

PERUGIA

UNIONE TIPOGRAFICA COOPERATIVA

(GIÀ DITTA BONCOMPAGNI)

1898

MV2

203060

PQ4047
F4

Tineas pasces taciturnus inertes.

(ORAZIO, Ep. I, xx, 12)

L'ODE III DEL LIBRO I

DI ORAZIO

Erra chi dice,

Che natura ponesse all' uom confine

Di vaste acque marine,

Se gli die' mente, onde lor freno imporre
E dall'alta pendice

Insegnogli a guidare

I gran tronchi sul mare

E in poderoso canape raccorre

I venti, onde su l'acque ardito scorre.

(PARINI, L'innesto del vaiuolo)

RAZIO ebbe un carattere aperto e moderato e fu

--

quello che oggi si direbbe un uomo pratico. Mi ricordo di un tale che soleva dire: La vita è un signore, col quale non si può nè vincerla nè impattarla; (egli sostituiva alle parole è un signore quello, cioè don Rodrigo, queste altre, la vita è un signore) e per evitar l'obbiezione che era possibile fargli e che forse qualcuno gli aveva fatto: Ma lo sarà pei don Abbondi, soggiungeva, dopo una breve pausa e un doloroso sospiro, accompagnando le parole con un gesto e un muover di capo suo proprio: E innanzi alla vita chi si può vantare di non essere un don Abbondio? Tuttavia qualcuno si provava di contradirlo; ma più

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