Quam quae contingit maribus, dixisse, voluptas. Ila negat: placuit quae sit sententia docti Quaerere Tiresiae. Venus huic erat utraque nota. 119 E che questo sia il ver , poniamo mente A chi pon maggior cura in adornarsi: Le donne , sol per allettar la gente, Altro non studian mai, che belle farsi : Ben vede questo ognun palesemente, Io non parlo di quel, che dee celarsi, Che voi, se come all' uom vi fosse onesto, Fareste alla scoperta ancora il resto. 323. Tiresiae. Tire siam mythologi annum interpretantur, propter alternas anni vices, modo marem, modo foeminam; vere , quo generantur omnia, marem ; aestate , qua pariunt , foeminam : redire autem ad generationem autumno. Lucianus in Astrologia ait , Graecos fabulatos Tiresiam anci. pitis suisse sexus. 120 Ben raddoppia in Giunon l'orgoglio e l'ira Questa ingiusta ed infame opinione; E tanto più le preme, e se n'adira , Quanto più vede, ch'egli al ver s'oppone. Trova che quel piacer gli uomini tira Fuora d'ogni onestà, d'ogni ragione ; Né tien, che tanto a lor aggradi e giove, Dappoichè tanto non le sforza e move. 121 Replica , e dice, e pur cerca provare, Dopo molto garrir conchiusa fue, e Fu femmina una volta, e maschio due Un uom ch'era Tiresia nominato: E spesso or donna, or uom gustati avea I frutti del figliuol di Citerea. 122 Nam duo magnorum viridi coëuntia silvá 325 e 123 Più strano caso mai non fu sentito, Più degno di memoria e di stupore : e 124 , 125 Trovo che la natura ha molto a sdegno Chi impedisce i diletti naturali, E se n'adira forte, e talor segno Ne fa con varj ed infiniti mali; Dispiacque alla natura che quel legno Tolse gli abbracciamenti lor carnali Agl' indolciti serpi, e dimostrollo Allor ch' irata disse, e trasformollo. 126 Del sesso io voglio farti per tua doglia, Che tanto ingordo quel diletto agogna, Acciò che quando n'averai più voglia, T'impedisca il baston della vergogna; Ma'l vezzo rio seguì la nova spoglia, E dell'onor schernendo ogni rampogna , Poco passò che per esperienza , Avria potuto dar quella sentenza. |