11 Non molto lungi uca gran selva antica Facea di spessi rami a se stessa ombra , Che la scure crudele ed inimica Mai non avea d'alcuna pianta sgombra: Quì dove il bosco più folto s'intrica, Una rustica grotta il centro ingombra, Rustico un umile arco ha nella fronte, Rustica è dentro , ed ha nel mezzo un fonte. 12 Quivi era ascoso un marzial serpente, 13 : Negli occhi un così orribil foco splende , Che l'uom non puote in lui fermar la vista: Di fuor la lingua triforcata rende, E con sibilo orrendo il mondo attrista : Quando di più color l’ali distende, Prestezza, e forza al pigro corpo acquista : Noce assai con la lunga ed agil coda , La qual non men del collo aggira, e snoda. 14 Non fa il piè nel ferir minore effetto , Che l'unghia ha curva, e lacera , e divide, L'aer, che fuor la bocca esala infelio L'erbe, e le piante, e gli animali uccide: Or qual fia mai sì valoroso petto, Ch' estinguer possa le membra oinicide? Ch'ogni parte ch'è in lui nocer si . ede, La coda, il corno, il fiato, il dente, e 'l piede. e Infausto tetigere gradu, demissaque in undas Urna dedit sonitum; longo caput extulit antro Caeruleus serpens, horrendaque sibila misit. Effurere urnae manibus, sanguisque relinquit Corpus, et attonitos sub’tus tremor occupat artus, Ille volubilibus squamosos nexibus orbes 41 Torquet , et immenso saltu sinuatur in arcus: Ac media plus parte leves erectus in auras Despicit omne nemus; tantoque est corpore, quanto, Si totum spectes, geminas qui separat Arctos. 45 Nec mora : Phoenicas ( sive illi tela parabant, Sive fugam, sive ipse timor prohibebat utrumque) 44. Tantoquo est corpore. Tam magnus inquit erat ille serpens, quan: tus est is qui inter duas ursas in coelo specialur. Est autem tantus ut fluerius esse videatur, ut Virg. scribit, و 15 . 16 sangue al core, e lascia i membri sparsi D'un subito tremor, che tanto abbonda, Che cadon lor di mano i vasi , e l' onda. 17 Mentre tiene il timor ciascun sospeso, S'han da tentar la fuga , o pur la spada, Fu dal Dragone un nella testa preso, Per torgli a un tratto l'una e l'altra strada: Cadere il lascia poi morto , e disteso Il mostro , onde ognun fugge, e più non bada : Vede il Dragon quel, che tal fuga importa, E corre ratto anch'ei fuor della porta. 18 Siccome un fiume, ch'esce dal suo letto Per troppe pioggie rapido , ed errante, A ciò che l'impedisce dà di petto, E schianta , e rompe le più grosse piante : Tal quel Dragon , pien d'ira, e di dispetto, Seguendo quei, che gli han volte le piante, Per forza apre le macchie, e rompe, e passa , e E chi ceder non vuol schiantato lassa. |