Vertit ad hanc torvi Dea bellica luminis orbem: 760 abundet. 1 755. Ægida. Scutum seu loricam Jovi et Palladi propriam, mis aiyos, caprae vel potius squamoso draconis corio contectam, in qua Medusae caput , homines in lapides convertens. 557. Lemnicolae stirpem. Erichtonium filium Vulcani , qui in Lemnum insulam e caelo cecidit. 283 Guardò con torto e con crudel aspetto Aglauro allor la bellicosa Dea: E tal sospir diè fuor , che tremò il petto , E lo scudo, ch'a lui giunto tenea; Vede, ch' oltre all'ingiuria, oltre al dispetto, Ch'a scoprir quel dragon fatto la avea, Per prezzo scellerata, avara e fella Cerca vender l'onor della sorella. 284 285 penetra, Ma a mezzo giorno è spaventosa , e tetra. 286 In questa valle nel più folto bosco Sta cavata una grotta assai più scura, Che sempre ha il ciel caliginoso e fosco , Che tutte ha muffe le mal poste mura. In questo infame albergo, e pien di tosco La magra Invidia si ripara , e tura ; Quei che son sempre seco in casa , e fuore Son la Miseria , il Dispregio, e 'I Dolore. 765 Huc ubi pervenit belli metuenda virago, 770 Surgit humo pigrė, semesarumque relinquit Corpora serpentum , passuque incedit inerti. , 775 |