Alterius, dispar septenis fistula cannis.
Dumque amor est curae, dum te tua fistula mulcet; Incustoditae Pylios memorantur in agros
Processisse boves: videt has Atlantide Maja 685 Natus; et arte sud silvis occultat abactas.
sua. Furto scilicet gratuito, utique canit Horat. 10 ode lib. 1. jocoso; quem locum huic consonum lege. Abactas. Buculas 12, boves 100, taurumque armenti virum abegisse Mercurium refert Ant. Liberalis Metam. 23.
Una man preme l'arco a più potere, E l'altra tira il nervo, e non s'accorda; Anzi par ch'ambe diano in un parere Di romper l'arco, o scavezzar la corda; Scocca l'arco, ei sta fermo per vedere Volar la freccia di ferire ingorda, E la vista da lei mai non disgiunge, Che vuol veder come obbedisce, e punge. 248
Veduto il primo strale ubbidiente, Ch' al primo, che trovò, passò la fronte, Ne scocca un altro, e manda similmente Un altro alla barchetta di Caronte ; Ed odia sì quell' affumata gente, Che non vi lascia Sterope, nè Bronte: Sdegnato Giove, e tutto il suo consiglio, Per un tempo gli dier dal ciel esiglio.
Sicchè, Chiron, tu preghi senza frutto, Ch'altrove egli ha il pensier selvaggio intento: Sbandito egli dal ciel s'era ridutto
Pastor d' Ameto a guardia del suo armento; Dove deposta ogn' altra cura in tutto, Menava i giorni suoi lieto e contento; E fu sì saggio e temperato e forte, Che visse lieto in così bassa sorte.
Con una pelle da pastore intorno, Con un grosso baston d'olivo in mano, Sen va lungo l' Anfriso, o in quel contorno, E quando pasce il monte, e quando il piano; Passa talor con la sampogna il giorno, Come conviensi al suo stato silvano; Dando spirto or a questi, or a quei fiori, Canta i novelli suoi più rozzi amori.
Senserat hoc furtum nemo, nisi notus in illo Rure senex. Battum vicinia tota vocabant. Divitis hic saltus herbosaque pascua Nelei, Nobiliumque greges custos servabat equarum. Hunc timuit, blandaque manu seduxit: et, Eia, Quisquis es, hospes, ait, si forte armenta requiret Haec aliquis, vidisse nega: neu gratia facto Nulla rependatur; nitidam cape praemia vaccam. Et dedit; accepta voces has reddidit hospes: Tutus eas; lapis iste prius tua furta loquatur. Et lapidem ostendit. Simulat Jove natus abire ;
689. Nelei. Pater Nestoris fuit Neleus, rex Pyli.
690. Nobiliumque. Palmis in certaminibus. Virgil. 1. Geor. Eliadum palmas Epeiros equarum,
Felici quei, che son così prudenti, Che san col tempo accomodar la vita: Or mentre Febo i suoi soavi accenti
Gusta, e 'l suo dolce suon l'alletta, e invita, Ha sì gli spirti al suo cantare intenti, Che gli è la guardia sua di mente uscita, Tanto, che i buoi da lui fuggiti, e sparsi, Stavan senza custodia a pascolarsi.
L'accorto Dio de' furti a caso scorge Ch' Apollo è intento a disnodar le chiome, E perchè il ciel l'ha in odio, al furto porge La man, per gravar lui di doppie some: I buoi gl'invola, e sol di ciò s' accorge Un canuto pastor, che Batto ha nome: Questi pascea fra Pilo, e 'l lito Alfeo L'armento marzial del Re Neleo.
I buoi Mercurio imbosca; indi si parte, Ed al bosco, ed a' buoi volta le spalle; Ritrova Batto, e tiratol da parte,
Disse qual tu ti sia, che in questa valle : Guardi una razza per l'uso di Marte
Di sì superbe e nobili cavalle,
S'abbi ogni onor dal ciel, quel ch'hai veduto Serba dentro al tuo cor nascosto, e muto.
E per farti conoscer, ch'io compasso, E ch'io misuro ben l'altrui mercede, Questa giovenca candida ti lasso In premio, e guiderdon della tua fede: Rispose Batto, e dimostrando un sasso, Prima dirà le tue bovine prede Quell'atra selce inanimata, e dura,
Che quel pastor ch' or ti promette, e giura.
Mox redit: et, versa pariter cum voce figura, Rustice, vidisti si quas hoc limite, dixit, Ire boves, fer opem, furtoque silentia deme; Juncta suo pretium dabitur tibi foemina tauro. At senior, postquam merces geminata: Sub illis Montibus, inquit, erunt; et erant sub montibus illis. Risit Atlantiades: et, Me mihi, perfide, prodis? Me mihi prodis? ait. Perjuraque pectora vertit 705 In durum silicem, qui nunc quoque dicitur Index: Inque nihil merito vetus est infamia saxo.
699. Limite. Pylios a Messeniis disterminante.
703. Et erant. Allusum volunt ad Battum quendam ineptum poëtam, qui in versibus suis eadem identidem iterare solebat. Battum eadem verba titubanter repetentem deridet itidem Mercurius: vide Erasmi adag. βαττολογία οι βατταρίζειν·
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