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1906
DITTA G. B. PARAVIA E COMP.

(Figli di I. VIGLIARDI-PARAVIA)

TORINO-ROMA-MILANO-FIRENZE-NAPOLI

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SESTO PROPERZIO

Di Sesto Properzio non abbiamo che quelle poche notizie che egli stesso ci dà nei suoi versi; e se da questi possiamo avere qualche indicazione un po' più ampia che da quelli di Tibullo, siamo lungi da quella rivelazione intima e piena del proprio animo, da quelle notizie minute sulla propria vita, sulla propria educazione che ci dà Quinto Orazio. Neppure sul luogo della sua nascita si hanno indicazioni precise; solo con certezza sappiamo, ed è il poeta stesso che ce lo dice, che egli nacque nell'Umbria (1). L'onore di avergli dato i natali se lo contesero ben quattro città dell'Umbria, cioè Amelia, Assisi, Bevagna e Spello, e la gara si accese specialmente e dura tuttora fra Assisi e Spello. Recentemente le ragioni di Assisi già da altri sostenute furono più validamente discusse e confermate da Eligio Elisei rivendicando alla sua città natale il vanto di aver dato i natali a Properzio.

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Le ragioni si fondano specialmente sul fatto che Assisi possiede lapidi e della famiglia Properzia e della famiglia Passenna e delle due famiglie miste, mentre in nessuna altra città dell'Umbria si hanno lapidi o memoria di lapidi di tal genere. E che la famiglia Passenna fosse congiunta per vincolo di parentela in Assisi con la famiglia Properzia appare da due luoghi di Plinio il Giovane (1). I luoghi in cui Properzio accenna non all'Umbria sola, ma alla sua città natale (2) cautamente discussi e con

(1) Passennus Paullus, splendidus eques Romanus et in primis eruditus, scribit elegos. Gentilicium hoc illi: est enim municeps Propertii, atque etiam inter maiores suos Propertium numerat. EPIST., VI, 15.

Magna me sollicitudine adfecit Passenni Paulli valetudo, et quidem plurimis iustissimisque de causis. Vir est optimus, honestissimus, nostri amantissimus, praeterea in litteris veteres aemulator exprimit, reddit, Propertium in primis a quo genus ducit, vere soboles, eoque simillima illi in quo ille praecipuus.

(2)

Qualis et unde genus, qui sint mihi, Tulle, Penates,
Quaeris pro nostra semper amicitia.

Si Perusina tibi patriae sunt nota sepulcra,
Italiae duris funera temporibus,

Cum Romana suos egit discordia_cives

(Sis, mihi praecipue, pulvis Etrusca, dolor,
Tu proiecta mei perpessa es membra propinqui,
Tu nullo miseri contegis ossa solo),
Proxima supposito contingens Umbria campo
Me genuit terris fertilis uberibus.

Ennius hirsuta cingat sua dicta corona;
Mi folia ex hedera porrige, Bacche, tua,
Ut nostris tumefacta superbiat Umbria libris,
Umbria Romani patria Callimachi.
Scandentes quisquis cernet de vallibus arces,
Ingenio muros aestimat ille meo.

I, 22, 1 e seg.

V, 1, 61 e seg

Umbria te notis antiqua Penatibus edit,
(Mentior? an patriae tangitur ora tuae?)
Qua nebulosa cavo rorat Mevania campo,

Et lacus aestivis si tepet Umber aquis,
Scandentisque Asisi consurgit vertice murus,
Murus ab ingenio notior ille tuo.

V, 1, 121 e seg.

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