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AL CORTESE LETTORE

È

tuttora incerto se nella lotta che da oltre due secoli si agita con varia fortuna tra l'Irlanda e l'Inghilterra, fosse la prima provocata o provocatrice alle gravi turbolenze che contristarono ambedue. È certo però che nell' anno 1641, stanca l'Irlanda di più durare nella soggezione assoluta all'Inghilterra, come belva che strappata la catena si lancia a fare strage fra numerosa greggia, irruppe improvvisa contro gli Inglesi, nè vi fu città o terra dell' Isola che non venisse bagnata dal sangue loro; questo sangue eccitò l'Inghilterra tutta alla vendetta ed allo sterminio dei Cattolici Irlandesi, i quali per più lati investiti dalle armi e dalla rabbia degli offesi padroni, pagarono acerbamente il fio della loro intolleranza, e furono ridotti, se pure era possibile, a più disperata condizione di prima (1). Fu allora che quest' isola

(1) Fra le opere che posson consultarsi con profitto su tale argomento, vedansi le seguenti: Mac-Geoghan's history - Musgrave's Irish rebellions Hanmer's chronicle - Hardiman's history of Galway — Ancient Irish histories - Leland's history - Gordon's history of Ireland Davis's discovery of the causes why Ireland was never conquered - Lewis's Irish disturbances - Tone's memoirs - Hume's history of England - Lingard's history of England lib. X, XI-Moore's history of Ireland-Hallam's constitutional history of England Thierry histoire de la conquête de l'Angleterre par les Nor

mands

- Parnell's collection of penal laws in Ireland Beaumont l'Irlande politique et religieuse etc. etc.

sventurata, vedendosi senza scampo e nella dura alternativa di attendere l'eccidio generale, o di rinnegare alla religione dei padri, chiese mercè al sommo gerarca, pregandolo di soccorso spirituale e temporale nel doloroso frangente. Innocenzio X sedente già da un anno in Vaticano non fu sordo alle grida della medesima, e le spedì in aiuto come Nunzio straordinario Monsignor Gio. Batista Rinuccini Arcivescovo di Fermo, accompagnandolo con facoltà e privilegi ecclesiastici larghissimi, non meno che con somme cospicue di pecunia ed altre munizioni, per racconciare anche umanamente le cose d'Irlanda che precipitavano al fondo.

L'Opera dunque che ora per la prima volta viene in luce contiene le Lettere che Monsignor Rinuccini scriveva alla Corte di Roma e ad altri ragguardevoli personaggi, durante questa sua Nunziatura, dal 7 d' Aprile 1645 al 21 di Luglio 1649; ed inoltre la Relazione colla quale rese conto allo stesso Pontefice di quanto avea operato a vantaggio del Cattolicismo d' Irlanda. Emerge da questa Corrispondenza, che se la discordia e la bassa gelosia tra i capi de' Cattolici non si fossero insinuate e tenacemente appiccate ai loro animi, più zelanti dei personali riguardi ed interessi, che della santa causa che difendevano, e se avessero seguiti i savi consigli del Nunzio, per certo l'Irlanda avrebbe trionfato del partito contrario, nè Carlo I. avrebbe lasciato la vita qual malfattore sotto la scure del carnefice. Ma è antica colpa questa e frutto ordinario delle dissensioni civili, nè i popoli pel loro peggio hanno mai profittato della salutifera lezione: quando le vili passioni predominano, il consiglio di Cassandra sarà sempre dispregiato. Però tralasciando le politiche considerazioni ed i calcoli delle politiche probabilità, dirò che questa Corrispondenza era già fino dal 1670 stata trascritta dagli originali per cura del Cav. Tommaso, fratello del Nunzio, per darla alla stampa insieme alla storia della guerra discorsa dal 1641 al 1649 (1), ma non fu messo ad effetto

(1) Fra i manoscritti della Rinucciniana trovasi l'opera qui accennata col titolo De haeresis anglicanae in Iberniam intrusione et progressu, et de bello catholico ad annum 1641 coepto, exindeque per aliquot annos gesto, commentarius; la quale è divisa in 6 vol. fol. con una sola numerazione di pagine

il buon proposito; onde continuando tuttavia fra le due nazioni la lotta stessa, sebbene con più moderazione, ho creduto di non lieve utilità il pubblicare questa autorevole testimonianza dei primordj d'un tal movimento tanto variamente giudicato, per porre in maggior luce i punti che ancora abbisognassero di schiarimento; ed a tale uopo ho giudicato conveniente riunirvi alcune lettere che la sacra Congregazione indirizzava per norma al Rinuccini, con altri documenti illustrativi di molto interesse. Nè sarà spero sgradevole al lettore veder preceder il libro da pochi cenni biografici sull'Autore, dalla Bolla pontificia che lo eleggeva allo spinoso ufficio, e dalle Istruzioni che gli furon date per governarsi nella sua veramente apostolica missione. Affinchè poi non si tenga per trascuranza e negligenza ciò che fu elezione, sarà bene avvertire, che in quest' Opera si troveranno molti nomi di città e di persone straniere alquanto alterati nel modo originale e vero di scriverli, ma non si da non riconoscerli a prima giunta, e da esigerne necessariamente la rettificazione; ciò ho fatto per amor di fedeltà al testo cui son voluto essere attaccato; sapendo bene gli esperti, che nelle vecchie scritture anche di dottissimi uomini, è raro che non ti occorrano storpiature nei nomi forestieri, dei quali anzi si compiacevano talvolta addolcir l'asprezza italianizzandoli.

Aborrendo in fine dalla taccia d'incurante e fors' anco d'ingrato, mi corre l'obbligo di professare pubblicamente le mie più vive grazie allo zelo per ogni monumento storico dell' egregio Sig.

da 1 a 2666. Di questa storia esiste una copia nella Biblioteca di Lord Leicester ad Holkham in Inghilterra, come rilevasi dalle Transactions of the Royal Society of Litterature vol. II P. II pag. 358, Lond. 1834, ove falsamente viene attribuita a Monsignor Rinuccini; e dico falsamente, perchè verso la fine, l' Autore dice averla tessuta nel 1666 in Firenze sui Regesta ed i documenti autentici raccolti dal Nunzio, per scriverla egli stesso, se la morte non glielo avesse impedito. Vi è taluno che opina questo commentario, scritto in buon latino, opera di Tom. Coke benemerito editore dell'Etruria Regale del Dempstero; io non possiedo argomenti nè da provare nè da confutare questa sentenza: dirò solo che il manoscritto Rinucciniano è l'originale autografo ; e dalla prefazione che vi fece Ant. M. Salvini, apparisce chiaro che si ebbe intenzione di pubblicarlo: certo è che la forma del carattere in cui è scritto, lo palesa di mano non italiana, e propendo a credere che sia opera di qualche dotto religioso Irlandese.

Marchese Gino Capponi, che mi fu sprone a questa qualunque siasi impresa, ed alla gentilezza e benignità dell'ottimo mio Patrono S. E. il Sig. Marchese Pierfrancesco Rinuccini, che mi concesse agio e libertà per mandarla ad effetto.

Giuseppe Aiazzi

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