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direi domestico avrebbe potuto essergli additato in quella sorta di accademiola, che circa lo stesso tempo cominciava a formarsi in Lecce ad istigazione d'un illustre socio e familiarissimo del Pontano Antonio Galateo, da cui ci è stato lasciato ricordo e del nome di quel ritruovo che dicevanlo Hieronymiana crypto porticus, e del molto ch'era oudsís nanosaicoíro e di quei che vi convenivano, ch' erano uno Spineto, un Maramonte, un Raimondo, due Donati, un Sergio, quello stesso ch' ebbe scoverto in un luogo de' Salentini le Ipotiposi Pirroniane, ed esso Galateo, e della loro consuetudine di tener liberi discorsi (colloquimur libere) di filosofia e di erudizione, e come ciò porgesse occasione alle altrui maledicenze e censure ec. veggasi la sua lettera a Crisostomo Colonna de Accademia Lupiensi et de Ingenuo pubblicata dal Mai dai codici ms. della biblioteca Vaticana.

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Quel che il Muratori dice essere un buon pezzo per la Storia letteraria d'Italia (Lett. del 6 giugno 1740) era un' opera, che con titolo di Lettere intorno ad al

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cune invenzioni uscite dal regno di Napoli il Tafuri incominciava allora a dar fuori nella Raccolta Calogeriana, e di poi più ordinatamente, e meglio corrette, riprodusse con titolo delle scienze e delle arti inventate,

illustrate, ed accresciute nel regno di Napoli, per le stampe del Parrino in Napoli nel 1738 in 12. E quelle vite dei Letterati del regno, che il Tafuri avea fatto sperare al pubblico (1. c.), in effetti ancora incominciò a portare alla pubblicità prima nella Raccolta Calogeriana, di poi in Napoli per le stampe del Mosca, in vari volumetti in 12, che rimasero incompiuti. Le quali Vite se non riuscirono di tal momento da stabilire, come il Muratori gli augurava, l'eternità del suo nome (1. c.), certo furono un buon sussidio alla storia della Letteratura Italiana, onde il Tiraboschi ha tenuto conto, e vi si è sovente rapportato. Finalmente nell' ultima lettera ch'è del 27 dicembre 1740, è fatta menzione d'un' altra fatica di Giovan Berardino, che allora avea per le mani un comentario, cioè, d' una parte degli atti della congregazione ordinata da Gregorio XIV S. P. per la emendazione della Bibbia, ove venne illustrando le qualità de' personaggi adoperati a quell' impresa: ed il pubblicò nel tomo trentunesimo della citata raccolta Calogeriana. Tutte le mentovate opere di esso Giovan Berardino, eccetto l' istoria degli scrittori nati nel regno, si trovano ora raccolte nei due volumi dei vari scritti di diversi di quel casato, che Michele Tafuri ha pubblicato in Napoli nel 1851 dove inoltre di

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Giovan Berardino si legge un ragionamento storico recitato nell' apertura dell' Accademia degli Infimi rinnovati di Nardò; un giudizio intorno alla dissertazione della patria di Ennio dell' Ab. Domenico de Angelis; alcune notizie intorno alla persona, ed alle ed alle opere di Angelo di Costanzo, e note su i XX libri della sua storia di Napoli, con altre annotazioni sopra scritti minori di diversi. Di che non facendo motto il Muratori, lasciò però di toccarne in questo luogo, e, senza più, ecco le lettere dell' illustre Modenese.

Lecce, Aprile 1859.

LETTERE DI L. A. MURATORI

1.

All' Ill.mo Signor mio Signore e Padrone sempre Col.mo

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Appunto è verissimo che io ho intrapresa un'opera ben grandiosa, e che dovrebbe ridondare in gloria dell'Italia, e utilità della Repubblica Letteraria, cioè la raccolta di tutti gli storici d'Iialia tanto editi, che inediti, che hanno scritto dall'anno 500 sino al 1500. Ed è parimente certo che già in Milano si è dato principio alla stampa. Son tenuto a'miei amici, e corrispondenti, che si studiano di maggiormente ajutarmi nell'accrescere la gran raccolta, che ho già fatto di storie inedite, e manoscritte. Ma di gran lunga più debbo protestarmi, e mi protesterò obbligato a V. S. Illustrissima,

che mossa dalla sua generosa indole, senza conoscer me, e senza alcun mio merito, si gentilmente mi offerisce il suo soccorso a si bella impresa. Sommamente per tanto la ringrazio, ed accetto i favori, ch'ella mi fà sperare; ed cra sono a dirle che mi saran carissime tutte quelle Cronache, le quali siano composte prima del suddetto anno 1500, poichè di posteriori Autori non ne voglio, tale essendo il mio assunto. Alcune delle Cronache da Lei accennatemi le veggo troppo moderne; ma altre sono ben capaci di entrare nella mia opera, però di queste ultime divotamente la prego. Tali saranno le Cronache di Lucio Cardami, la presa di Otranto, e forse gli Annali del Duca di Monteleone, e di Matteo Spinel lo. Forse ancora potrebbero servire quelle di Antonello Coniger, e massimamente per le annotazioni critiche, con cui V. S. Illustrissima le ha ornate. Perciò mi raccomando alla sua gentilezza, acciocchè io possa ottenerne copia, che potrebbe mandarsi al P. D. Fortunato Tamburrini Lettore Benedettino in S. Callisto a Roma. Non mancherò nelle prefazioni di far onore al nome di V. S. Illustrima. Scrissi una volta a cotesto Monsignore Illustrissimo Vescovo, che so essere uno de' più degni, ed eruditi ingegni, e Prelati del Regno, pregandolo di volermi communicare alcuno de' tanti documenti, che so aver Egli raccolto, ma ne provai poca fortuna. Sia benedetto Dio, che ha mosso Lei a favorirmi, Le offerisco intanto la mia servitù, e accertandola di tutto il mio ossequio mi protesto. Di V. S. Illustrissima,- Modena 13 marzo 1722 Divotis. obb. servitore - Ludovico An

tonio Muratori.

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