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dubbiamente rivelano quali uomini, e come a soddisfare a miserabili borie familiari avessero messo mano a falsificare quelle istorie. Del resto nè il Critico, nè l'Apologista valsero a restaurarci un documento, che certo, nel difetto di migliori lumi, avrebbe potuto spandere un qualche raggio di luce sopra le cose nostre di quel periodo cotanto ancora oscuro e confuso, e poco e male dagli scrittori tuttora trattato. Siane pruova un picciolissimo brano di essa Cronaca, ove si vede che il Cronicista scrisse il vero, e'l Censore erroneamente l' ha criticato, e molti ancora de' moderni non volgari scrittori inavvedutamente tornano ad errare. Il luogo della Cronaca è il seguente:

a Anno 1347 Die 23 Aprilis. Fo ammazzato in la Cetà d'Athena lo illustrissimo signor Gualterio di Brenna, Duca d' Athene, et Conte de Lecce, et de Brenna; et la sua testa fo condotta ad Lecce, et reposta in Episcopato al sepulcro del q. Duca suo patre: al quale successe in lo Contato de Lecce lo eccellente signor Juhanne d'Enghenio; et in la Cetà et Stato de Cupersano lo signor Loyslo d' Enghenio figliuolo de la sorella del dicto Duca Gualtierio. » E la nota, tanto più meravigliosa in quanto è delle giunte dal critico in tempo più maturo, dice così: « Due Gualtieri ritrovo l'un do

po l'altro Conti di Lecce, il primo fu marito d'Albinia, o Alteria primogenita del re Tancredi, il quale servendosi delle ragioni di sua moglie, calato dalla Francia con poca gente, ma valorosa, ed aiutato da sufficiente soccorso della Corte Pontificia, acquistò la Contea di Lecce, non ostante i gagliardi sforzi, e contrasti, che se gli fecero da Diopoldo colle sue milizie Tedesche, ma nel 1205 sorpreso da quelle mentre stava nell'assedio del Castello di Sarno, sconfitta e sbaragliata la sua gente rimase egli prigioniero, e mortalmente ferito, di maniera che in pochi dì diede l'ultimo addio a questo mondo; avendo lasciata gravida la sua moglie, la quale poi partorì un figliuolo, a cui fu imposto il nome del morto padre: e questo è il secondo Gualtieri, che col tempo divenne signore di Firenze; ma per le sue scelleratezze nel 1343 fu cacciato da quella città, e non ammazzato, come alcuno ha dato a credere. Leggasi il Cronico di Siena. Sicchè l'anno della morte del primo Gualtieri non batte con quello notato dal Cronista, e molto meno con quello del secondo. » In altra nota poi scrisse: «Di Luigi Conte di Conversano non fa menzione il citato Giovan Paolo Tarsia nella storia di Conversano, come nemmeno Francesco Giuliano della predetta città, nell'istoria dei Conti della medesima, la quale

corre manoscritta per le mani degli eruditi » (1). Questa maniera di critica è manifestamente difettosa per più sorta di grossolani errori, e prima:

Quel Gualtieri, che nel 1200 venne di Francia a far valere, per le armi, le ragioni di sua moglie, secondo Muratori, o figliastra, secondo Ammirato ( ultime donne della casa d'Hauteville) nel contado di Lecce, occupato dagli Hohenstauffen, non era Duca di Atene, e però non quello, onde parla il Cronicista. Era ben terzo Conte di Brienne, e fu primo di tal nome di Lecce, e fratello di quel Giovanni, che per Jolanda sua figliuola trasmise Federico imperatore, ed a' successori re di Napoli il vano titolo di re di Gerusalemme. Di poi morto colui a Sarno l'anno 4205, e rimaso il figliuol postumo, nel quale fu rifatto il nome del padre, nemmanco costui si vede essere Duca di Atene, e molto meno poteva essere il signor di Firenze, perciocchè nato nel 1205, e cacciato di Firenze del 1343 era mestieri che i Fiorentini se l'avessero eletto a signore d'anni presso a 138! Il figlio di costui, e di Maria di Cipro, Uga, terzo Conte di Lecce, fu il primo Duca di tal casa in

(1) V. Opere dei Tafuri di Nardò ristampate ed annotate da Michele Tafuri. Napoli, 1851. Vol. 2, pag. 469 e 529.

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Atene, per Elena di Ville-Hardouin sua moglie Duchessa di Atene, figlia di Goffredo principe dell' Acaia, e della Morea, e di Agnese figlia di Pietro di Courtenay Conte di Nevers imperatore di Costantinopoli. Morto Ugo prima del 1301, secondo taluni, o del 1311, secondo tali altri, succedettegli nella Contea di Lecce, e nel Ducato d'Atene il suo figliuolo Gualtieri, ignoto all' Ammirato, perciocchè ei passa da Ugo all' altro Gualtieri, che venne di poi e signoreggiò Firenze. Questo Gualtieri quarto Conte di Lecce, e secondo Duca di Atene, è appunto quel desso, che ricorda la cronaca, il quale morì in un combattimento sulle rive del Cefiso: donde la sua testa, o corpo riscosso da'suoi, venne col tempo deposto in quel sepolcro alto colle sue armi, che infino ai tempi dell'Ammirato vedevasi nell'alia sinistra a chi entra appresso alla tribuna dell'antica chiesa vescovile di Lecce. Il qual fatto pare sia stato dapprima confusamente rammentato dal Galateo veggendosi così riferito nel suo libretto de situ Japygiae Gualterius Brehennae Lupiarum comes a Carolo primo Apuliae rege declaratus est..... Dux Athenarum factus, in Salentinis parum moratus, Florentiae dominatus est: inde a Florentino populo eiectus .... seiterum Lupias recepit..... A Lupiis iterum atque iterum in Graeciam re-.

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vertens in insidias Graecorum seu Turcarum a Graecis

conductorum, ut quidam dicunt, incautus incidit: ubi eum maxima parte Lupiensium caesus est. Maria quam uxorem fuisse Ladislai regis diximus, caput Gualterii magno precio redemit, atque in parvo sepulcro in Cathedrali Lu piensium Ecclesia locavit. Indi il Summonte l'Infantino e molti altri appresso ciecamente seguitandolo hanno ripetuto lo stesso errore nelle circostanze di tempo di luogo e di persone. Per contrario nella cronica vedesi soltanto errato l'anno della morte di quel Gualtieri, che avvenne del 1312, e non 47 (e quello ha potuto essere un degli abbagli piuttosto del trascrittore). Da lui, e da Giovanna di Chatillon erano nati Isabelle, e Gualtieri. E questo Gualtieri quinto Conte di Lecce, e terzo Duca di Atene, fu nel 1342 signore di Firenze. Egli ebbe a moglie Margarita di Taranto, da altri chiamato Beatrice, che con lui andò a Firenze, ed alloggiarono Oltr'Arno in casa ai Mozzi. Cacciati da quella città, Gualtieri, dopo varie altre sue imprese nel regno, e fuori, morì nel carico di Contestabile di Francia, in quella battaglia di Poitiers del 19 Settembre 1356, ove il re di Francia restò prigione del principe di Galles. Nè avendo lasciato figliuoli dalla detta Margherita, nè da Giovanna di Brienne, sua seconda moglie, così in lui

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