Abbildungen der Seite
PDF
EPUB
[graphic]

IDOLETTO CIPRIO

RAPPRESENTANTE VENERE

TERRA COTTA DEL MUSEO CIVICO DI TRIESTE

L'isola di Cipro, che per la sua posizione appartiene all' Asia più che all' Europa, era già dagli antichi giustamente considerata la prima stazione di quella via che portò in Grecia e quindi più in là verso occidente la civiltà dell' Asia centrale. Gli audaci naviganti fenici delle vicine Tiro e Sidone e le stirpi sirie che abitavano le coste marittime non tralasciarono di visitare già in tempi remoti l'isola a loro tanto vicina; e per questa via la civiltà e la religione dell' Asia centrale, dell' Assiria e della Babilonia giunsero presto anche in Cipro (Cfr. Engel, Kypros, 1841).

Semiramide, la divina reggitrice di Babilonia, Baaltis la potente dea della Siria, Astarot fenicia, sovrana de' mari, si confondono sull' isola di Cipro in una sola divinità, dando origine ad Afrodite, dea dell' amore in Grecia, che continuando poi il suo cammino verso Occidente diventa in Italia la onnipotente Venere, la celebrata progenitrice della cesarea stirpe de' Giulî. L'isola di Cipro ha conseguentemente uno de' primi posti nella storia dell'arte antica e della religione di Grecia, poichè in essa trovansi conservate ancora in tempi assai più tardi le credenze e l'arte dell' oriente, strettamente congiunte con l'arte e con le credenze della Grecia.

Egli è perciò che ogni avanzo d'arte antica, anche il più piccolo, che origini da questa isola è per noi doppiamente prezioso; poichè in lui troviamo rappresentato il gradino intermedio, il passaggio

dell' arte orientale all' arte greca. Anche il nostro museo civico, che pur va appena formandosi, può vantarsi a ragione di parecchi oggetti dell'arte antica provenienti da Cipro; essendochè Trieste, per i suoi estesi commerci, sta in relazioni vivissime con Cipro come con tutte le altre isole e coste dell' oriente; e più di un naviglio che porta i ricchi prodotti di quell' isola alle nostre rive, felicita pure la nostra città con notevoli avanzi dell'arte antica. Di questi avanzi quasi quotidianamente se ne discoprono in Cipro nelle antiche tombe, e non pochi pervengono nel nostro civico Museo. Così vi si trovano già ora molti vasi di Cipro con notevoli ornamenti d'arte orientale piuttosto che d'arte greca, numerosi idoletti in terra cotta e in pietra tenera, quali noi troviamo in bel numero anche in altri musei d'Europa, ed altri notevolissimi oggetti di un arte che tiene della orientale e della greca.

Tra questi idoli ciprigni in terra cotta custoditi nel nostro Museo, primeggia una figurina alta centimetri 35. È una statuetta, quasi perfettamente conservata, di donna ignuda, un idolo di Afrodite con testa mostruosa, che agli occhi e al naso ricorda gli uccelli, mentre le mani e i piedi terminano in pinne di pesce: della qual figurina feci già una breve descrizione nel Giornale archeologico di Berlino (a. 1875. pag. 54 seg.). Ne pubblico ora unito a questi cenni, un esatto disegno, che il signor direttore Kunz, con l'usata sua cortesia corrispondendo al mio desiderio, ebbe la bontà di delineare.

Questo piccolo mostro femminino dalla testa d'uccello, e in parte dal corpo di pesce, è quindi un essere che sta tra l'uomo e la bestia, e non può essere conseguentemente un idolo del culto greco, ma bensì una creazione de' culti di que' popoli orientali che, come gli Assiri e gli Egizi, adoravano esseri umani con teste d'animali, o come i Fenici ed i Sirî veneravano corpi d'animali con teste umane. Questa terra cotta è adunque l'imagine della greca Afrodite, tutta ignuda, che alla sua origine orientale accenna col tipo di uccello della sua testa e con la forma di pesce alle mani ed a' piedi.

Pausania, il coscienzioso periegete della Grecia, ci narra in un passo notevolissimo (I, 14, 6) che, secondo la credenza uni

versale, il culto di Afrodite celeste, adorata dagli Assirî prima che da altri uomini, giunse in Grecia per il tramite di Ascalon di Fenicia, e da Cipro. Quindi la celeste Mylitta dell' Assiria e della Babilonia, la quale, col nome di dea delle colombe e di Semiramide, potente regina, condusse vittoriosamente i suoi popoli bellicosi sino alle coste della Siria e della Fenicia (Cfr. Lenormand, Histoire ancienne de l'Orient, II 51 e seg.), è la stessa dea dell' Asia centrale che col nome di Afrodite giunse in Grecia. Che poi questa asiatica dea delle colombe, giungesse non soltanto sino alle coste della Siria e della Palestina ma ben anche in Cipro, non è ignoto; poichè audaci guerrieri assiri occupano l'isola di Cipro nell'ottavo secolo avanti Cristo, regnante Salmanasarre (Cfr. Brandis, Über den historischen Gewinn aus der Entzifferung assyrischer Inschriften, 1856, p. 53 e seg., e Lenormand 1. c., II. 87 e seg.), e vi trasportano il culto della loro dea delle colombe. Non è quindi a stupirsi se noi vediamo questa dea assira e babilonese dall'imagine di colomba, non soltanto in Hierapoli della Siria, in sulla via che da Babilonia conduceva alle coste (Strabone 748), dove sino in tempi assai tardi essa era grandemente onorata con culto orientale col nome di Atargatis (Cfr. Luciano de Dea Syria, Creüzer, Symbolik II, 389 ed altri), ma altresì in Fenicia, adoratavi col nome di Astarte con la colomba a lei sacra, e in Grecia quale Afrodite, pure con la colomba, e persino nella remota Dodona, dove secondo la tradizione le colombe avevano portato quel culto, e nella lontana Sicilia, dove questa divinità babilonese delle colombe era in grande venerazione al promontorio di Eryx col nome di Erycina (Cfr. Engel, Kypros II. 180 e seg.).

Ma fu particolarmente in Cipro che questa dea asiatica delle colombe aveva il maggior culto. Paphos, la capitale dell' adorazione prestata in Cipro a Afrodite, era celebre per le sue belle colombe (V. Marziale, Epigrammata, 8, 28, 13). Ivi, nel tempio della dea, educavansi migliaia di colombe a lei sacre (V. Münter, Tempel zu Paphos, pag. 27 e seg.). Cuneiforme era l'imagine della dea di Paffo (Engel, Kypros, II. 136); e non son rare le monete di Paffo che recano un cono con la testa di Afrodite (V. Gerhard, Kunst der Pocnikierh nelle Akademische Abhand

« ZurückWeiter »