Abbildungen der Seite
PDF
EPUB

Tutti li altri scrolli di lui tiravano agli strati di uno in altro più intimi; ma questo rimestò la base.

[ocr errors]

Si è uomini per la parola: Le mot est un être vivant (1). Ben più; ¿ desso il VIVENTE dei viventi.

Sconvolgendo dunque ad ardire, a franchezza, a intimità, la vena e il discorso della parola francese, Victor Hugo ritemperò, raccalori la idealità della nazione alla insurgenza delle aspirazioni, vaste, illimitate, indomabili, variissime, che la rivoluzione partendo dall'89 aveva presentito tra mezzo a tutte le repugnanze, allora e poi per più tempo, persistenti, dell'idioma, dell'arte, della filosofia.

Così è, che Victor Hugo è la personalità la più rilevata di quel popolo, e la figura la più prominente tra le tante e pur massime di colà, nelle lettere, nelle idee, nella lingua.

III.

Oggi da Jersey, l'isola sua di esiglio, manda egli alla patria le sue contemplazioni.

Per molti anni scrollò, ora ei contempla.

Allora egli oprò ciò che la sua patria sentia di mancarle: il contemperamento della lingua, prosa, poesia, arte, moralità alla vastità delle sue aspirazioni. Ora lavora egli a ciò, che la Francia sente di mancarle, oggi, - la vista cioè del PUNTO, lo scioglimento dello enigma, la SOLUZIONE del

PROBLEMA.

La Francia dall'89 in quà è preceduta e precede innanzi ai popoli tutti.

Niuno se ne adonti. Li altri popoli profitteranno di ciò che la Francia avrà in sè medesima provato.

Da quell'epoca, la Francia è corsa e ricorsa per tutti assetti, e non si è quietata in niuno. La si rimprovera di leggerezza.

Tutt'altro.

Était un duc, et un pair, ou n'était qu'un grimaud;

Les sillabes, pas plus que Paris et que Londre,

Ne se mêlaient........

La langue était l'état avant quatre-vint-neuf,

Les mots, bien ou mal nés, vivaient parqués en castes;
Les uns nobles, hantant les Phèdres, les Jocastes,

Les Méropes, ayant le décorum pour loi,

Et montant à Versaille aux carrosses du roi;

Les autres, tas de gueux, drôles patibulaires,
Habitant les patois; quelques-uns aux galères
Dans l'argot; dévoués à tous les genres bas..... etc.
Contemplations. vol. 2, pag. 27.

(1) Contemplations. vol. 2, pag. 35.

[ocr errors]

As

setti e forme, che altrove tra nuovi e poco provati appagano, in Francia, pur dietro a tante dissoluzioni, progredienti tutte e guadagnanti a libertà più reali sempre, non soddisfarebbero di certo. In questa Francia, che in poco più che sessanta anni ha desiderato e esausto tanto, oramai i nomi vuoti non abbagliano più; vuolsi libertà, ma in pieno; libertà, che diano il vivere pago, agiato, lieto, concorde, comprogrediente, non in fasto e chiacchiere di classi, ma in congodimento di sessi e di popolazioni.

Per giungere a ciò, ei non basta svoltare, scambiare, slargare le forme vecchie; ei conviene trasformare di più in più il fondo; e no 'l si può senza purgarsi prima di tutto il vecchio, e la purgazione non può farsi nè a segno, nè rapida, se pria non si purghino e svoltino le teste; - e non veggasi da tutti, in evidenza e in persuasione, il PUNTO, a cui è attaccata l'Umanità, e dal quale dipendono le eternalità delle sue vite, e la convivificazione in esse delle nazioni e dei popoli.

[ocr errors]

Fourierismo, san

La Francia è già da anni ed anni che contempla. simonismo, socialismo, communismo non sono che contemplazioni varie, in un senso o in altro, di un punto stesso, e secondo la contemplazione, congegni, in un senso o in altro, di ordini, per i quali il buon vivere, il bel vivere, e il sicuro vivere, finalmente in vivezza e concordia, in libertà di mente e in libertà di corpo, riesca e si acceleri, e irradii più e più di benevolenze e contentezze i viventi in quelle tante e si varie latitudini di regioni, quante entro i suoi termini la parola francese ne avviva e ne richiude.

La Francia, questa antesignana de' popoli, da anni e anni contempla, e pure le DIRITTURE e le EVIDENZE DELL'UMANITÀ restano intenebrate ancora; e l'enigma più si rivanga, e più si avviluppa, rintreccia ed

oscura.

Le contemplatività dan le teorie; ma le teoriche sociali surte da una quarantina d'anni in quà, se discorrono alla pratica e alla effettualità, dissestano, ma non assestano; illuminano, ma non pacificano; e per via delle insurgenze ammiseriscono, e con le disillusioni scontentano, e con la babele delle opinioni abbattono e scoraggiano.

Ei bisogna dunque contemplare, ma più a fondo; contemplare, contemplare, fino a che il punto appaja, e l'enigma si sviluppi, e la soluzione ideale del problema rischiari a perseguirne e gradatamente accelerarne la effettualità e lo adempimento.

La Francia precede a' popoli; - Victor Hugo presente, ei più che altri, la Francia; ed ecco che pronuncia egli la parola dell'epoca: PLATION; e la Francia tutta se ne scuote e ne echeggia.

CONTEM

BENEDETTO CASTIGLIA.

Ausonio Franchi DIRETTORE.

Lesca Giuseppe Gerente.

Tipografia V. Steffenone, Camandona e C. via S. Filippo, 21, rimpetto alla Chiesa

[blocks in formation]

Li abbonamenti si ricevono alla Tip. V. STEFFENONE, CAMANDONA e C., via San Filippo, num. 21.

SOMMARIO

Libertà d'usura, III. Del sentimento religioso, VI. templations, II.

Victor Hugo, Les con

LIBERTÀ D'USURA

III.

Giacchè i nostri profondi statisti e brillanti oratori ebbero l'arte nei loro molti discorsi di non dire nulla di nuovo e di concludente su la questione che ci occupa, siamo costretti a proseguire il nostro studio, senza il loro valido appoggio ed invocato ajuto. E trattandosi d'usura, non sapremmo far meglio, per trovarne la definizione, che ricorrere agli Ebrei, questa viva incarnazione dell'usura: « In capo d'ogni settimo anno celebra l'anno della remissione. Rimetta ogni creditore ciò che egli avrà dato in prestito al suo prossimo: non lo riscuota dal suo prossimo e dal suo fratello. Quando il « Signore Iddio tuo t'avrà benedetto, siccome egli t'ha promesso, « tu presterai a molte genti, e tu non prenderai nulla in prestanza : «e signoreggerai sopra grandi nazioni, ed esse non signoregge⚫ranno sopra te (Deut. Cap. XV). » Così parlò Jehova, e non menti. Vedete Pereire, re della Francia; vedete Rothschild, re del mondo. Se i governi non avessero tante volte, e nel modo più barbaro, fatto fallimento a danno de' Giudei, perseguitandoli, spogliandoli, e tru

cidandoli, questi sarebbero a quest'ora i soli dominatori della terra. Non il loro incerto, instabile culto al Dio d'Abramo li involse in tante sciagure, ma la loro fedeltà a tutta prova verso il Dio d'oro e d'argento. Questa stessa fedeltà però diede loro sempre forza a sopportare le maggiori disgrazie, e a giungere ad un'epoca così ad essi propizia, e in cui sembra che si debba interamente realizzare la promessa del loro Jehova.

Le legge ebraica ci insegna, che un individuo o un popolo quando è obligato a prendere in prestito, diventa schiavo; che solo con i nemici è lecito esercitare l'usura, come potente, certo mezzo onde dominarli e assuggettarli. E Mosè, per assicurare al suo popolo indipendenza e libertà, e dargli la supremazia su le altre nazioni, mentre gli ordinava di celebrare l'anno della remissione, gli prescriveva, come regola di condutta e segno infallibile della benedizione del Signore, di imprestar sempre agli stranieri, senza mai prendere ad imprestito da essi. E a questa norma economica pare abbiano poi obedito tutti i popoli gelosi della loro indipendenza, allorchè per mezzo dei governi, interpreti in ciò del sentimento commune, eressero le barriere doganali, andando incontro a mille inconvenienti e forse a gravi perdite, prima di correre il rischio di vedersi costretti a mendicare all'estero il denaro necessario alla circolazione, al commercio, alla vita nazionale. Li economisti non mancano di far vedere l'analogia, che esiste fra la tassa degli interessi e le tariffe doganali. Noi, come non abbiam difeso il limite legale ossia arbitrario, al di là del quale soltanto, secondo i giuristi, comincia l'usura; non difenderemo nè pure il sistema protettore, che erige tra nazioni e nazioni tante muraglie chinesi : affermiamo solo, che tutte queste leggi proibitive o restrittive furono e sono ancora una necessità. Trista necessità, aggiungeremo, e di cui non sono ultima causa li economisti, che predicano si forte contro queste medesime leggi. Essi, partendo dal famoso assioma: i produtti non si comprano che con altri produtti, inveiscono contro i gabellieri, e i governi che li mantengono, e le insaziabili brame del fisco, questa bestia

Che dopo il pasto ha più fame di pria.

Ma perchè il principio di Say fosse praticamente vero, bisognerebbe che tutti i produtti avessero qualità di moneta, o che l'intervenzione di questa avesse cessato d'essere necessaria, indispensabile. Quale di questi due casi si verifica nella attuale società ? L'oro e l'argento hanno perduto il privilegio di rappresentare tutti i va

lori? Il denaro non è più il sovrano agente della circolazione? I produtti vanno direttamente, senza l'ajuto di nessun intermediario, dove i bisogni li chiamano? Say risponde, che una nazione potrebbe supplire nell'interno ai bisogni delle sue permute con una moneta fittizia, e ciò dice dopo aver fatto lungamente la critica della carta monetata, e riconosciuta la necessità di una riserva metallica per le banche di circolazione. Non scandalizziamoci però della contradizione; non è questa la sola, in cui sia caduto chi fu maestro di economia politica a tutta l'Europa attuale, come dice, se non erriamo, il prof. Ferrara.

Se lo scopo della dogana è di impedire l'uscita del denaro necessario ai cambj interni, difendendo così l'indipendenza della nazione verso li altri Stati; il fine delle leggi, che condannano l'usura, sarà di guarentire e proteggere la reciproca libertà dei cittadini, assicurando loro l'uso gratuito della mercanzia, che adempie nella società, come il sangue nell'individuo, la più alta ed importante funzione. Vediamo infatti un popolo prudente, e conoscitore de' suoi interessi, non determinarsi a diminuire le sue tariffe, e a modificare o cancellare la tassa del frutto del denaro, se prima non sia certo, che i suoi produtti possano vantaggiosamente sostenere la concorrenza estera, e se il suo sistema economico non abbia acquistato un grado di perfezione tale, da permettergli di soddisfare ai bisogni de' suoi cambj interni con una piccola quantità di metalli preziosi. Solamente allorchè la supremazia dell'oro e dell'argento su li altri valori va scemando, le leggi contro la libertà di commercio e d'usura tendono a sparire; prima ragione di queste leggi è dunque protestare contro il mostruoso monopolio dell'oro e dell'argento quando sarà da tutti intesa la loro eloquente protesta? Ma finchè duri il despotismo dell'oro, è necessario che quelle leggi, malgrado la loro inefficacia e cattiva applicazione, rimangano, perchè attestano un male che bisogna togliere, perchè rivelano l'anarchia economica, in cui ci agitiamo, non viviamo.

Avendo i metalli preziosi per le loro qualità eccezionali, per il loro valore conosciuto e poco variabile, per la intervenzione della publica autorità, acquistato ben presto una assoluta preponderanza su li altri produtti; essendo tutti i valori presi in tutela, esclusi dalla circolazione, misurati, battezati, assorbiti dal denaro, precisamente come i cittadini sono fasciati, educati, rappresentati, taglieggiati, imprigionati, e soffocati dal governo; la società fu indutta a chiamare unica ricchezza l'oro e l'argento, e nello stesso

« ZurückWeiter »