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il sapere congiunto alla pietà; siamo persuasi, che avrete in tutta la considerazione i soggetti che devono impiegar tutti se stessi nella virtuosa, e cristiana educazione dei vostri figliuoli, e che si sono preposti a scuole, le quali avendo una sì stretta relazione colla nostra Università, sono da Noi rimirate con una ben speziale protezione, e non dubitiamo, che voi ancora non siate per sempre più meritarvela coll'adempimento di questa nostra volontà, la quale ha per oggetto il vostro bene, e Nostro Signore vi guardi. Dat. alla Veneria li due ottobre mille settecento ventinove.

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Regio Biglietto con cui Vittorio Amedeo II approva i Regolamenti del Reale Collegio delle Provincie.

Archivi della R. Università di Torino.

Il Re di Sardegna, di Cipro e di Gerusalemme, etc. Conte di Salmor. Essendoci stati presentati i Regolamenti da voi fatti per li Collegi degli scolari delle Provincie, in dependenza dell'autorità da Noi conferitavi col darvi il carico di Protettore dei medesimi; abbiam gradita l'attenzione con cui avete eseguito gli ordini nostri, ed adempiuto il vostro dovere. Ed avendo Noi trovati i sud

detti Regolamenti degni della nostra approvazione, per esser conformi alle disposizioni, che abbiam voluto dare per mezzo delle nostre Costituzioni dell' Università al Cap. di detti Collegi; perciò quegli approviamo; ordinandovi di fargli esattamente osservare da tutti coloro ai quali si appartiene. Vogliamo pure che li presentiate al Magistrato della Riforma degli studi, acciocchè li faccia registrare per avervi ricorso in ogni occorrenza: che tal è nostra mente. Così dunque eseguite: e Nostro Signore vi conservi. Dalla Venaria gli otto - novembre mille settecento ventinove.

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Manifesto del Magistrato della Riforma contro il foglio delle proposizioni falsamente attribuite ai Professori Crust, Mellet e Campiani.

Raccolta dei R. Editti.

La voce che si è sparsa per tutta l'Italia, che li due Professori di Teologia PP. Crust, e Mellet dell'Ordine dei Predicatori, e l'Avvocato Campiani Professore del Gius Canonico abbiano dettate in questa Reale Università le Proposizioni, che scritte in un foglio andavano in giro, dieci delle quali attribuite alli due Professori delle ma

terie Teologiche, e diecinove a quello delle Canoniche, ci sorprese non poco, e risvegliò in Noi il sommo zelo, che nutriamo, e la perfetta sollecitudine che abbiamo per mantenervi sempre illibata quella purità di Dottrina, e quel candore d'insegnamento, che sotto gli auspizi di Chiesa Santa, e colla scorta dei lumi dell' inclito Dottore San Tommaso d'Acquino a' Professori s'è additato, avendo le Leggi Regie consacrata così a Dio questa virtuosa Accademia, che ha per base degli studi la vera Sapienza.

Queste considerazioni medesime congiunte colla sperimentata attenzione dei Presidi al buon regolamento d'ogni facoltà preposti, e colla conosciuta religiosità dei nostri Professori, ci persuadevano bastantemente, che codeste relazioni non poteano essere, che una di quelle imposture, colle quali gl'invidiosi della gloria e del lustro dell'Università aveano in altre congiunture tentato, ma invano, d'ingombrarne lo splendore; e molto più avea già screditata nell'animo nostro la sincerità del foglio divolgatosi il riflesso, che rispetto ad una gran parte delle proposizioni ascritte al Professore de' Canoni erano tanto più verisimilmente false, quanto che egli non avea giammai trattate le materie, nelle quali cader poteano; e per le altre attribuite ai Professori di Teologia, aveano questi per uno spezial sistema del loro insegnamento l'avvertenza di non entrare a discorrerne, per lo prudente riguardo delle pericolose conseguenze, che poteano temersene, ancorchè esposte nel senso più cauto e circospetto.

Tuttavia di ciò non soddisfatti, vollimo riconoscere diligentemente la verità, e venirne in chiaro; risoluti se mai li nostri Professori erano caduti in alcuna cosa che si scostasse da que'santi principii e sentimenti che debbono sempre trionfare nell'Università, di darne pubbliche dimostrazioni in riguardo loro; e se per lo contrario venivano ad esserne sinistramente intaccati, e

calunniati, di svelarne pubblicamente l'impostura, ed armare di un giusto zelo la giustizia per castigarne esemplarmente gli autori.

Per un fine adunque cotanto lodevole e necessario abbiamo scelto due persone di una fede e di abilità ben note a tutti; ed avendo loro consegnati gli scritti medesimi de'nominati Professori hanno avuta da Noi l'incombenza di rivederli diligentemente, per riscontrare con essi ad una ad una le proposizioni, che si è voluto insinuare e pubblicare eziandio che vi stavano scritte, per riportarne fedelmente il risultato ; lo che avendo eglino esattamente adempiuto, ne hanno compilata una distintissima relazione da loro stessi firmata, che prendiamo ora a render pubblica; e siccome la medesima fa una piena testimonianza, che molte di quelle proposizioni non sono state in verun modo dettate dai Professori: che rispetto ad altre sono state eziandio dettate cose che vi sono contrarie: e che neppur una nei loro scritti se ne trova che possa interpretarsi nel senso sinistro, in cui si vollero far comparire nel foglio.

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Quindi è, che Noi per il presente nostro Manifesto dichiariamo essere il contenuto nel detto foglio una mera impostura ed una vera calunnia, così anche essere gli autori di esso come impostori e calunniatori, degni non solamente di essere perpetuamente notati d'infamia, ma castigati altresì per darne un pubblico esempio, ed una doverosa soddisfazione alla verità, all'innocenza ed alla giustizia. Mandiamo pertanto coll'autorità da S. M. conferitaci, all'Assessore nostro di prenderne le opportune, secrete ed esattissime informazioni, per verificare con giustificate sicure prove chi sieno gli autori, ed i complici di così enorme falsità, indi farcene l'opportuna relazione. Dat. in Torino li 11 di agosto 1731.

Per detto Eccell.mo Magistrato

Filipponi.

XVI.

1737. 16. settembre

Lettere Patenti di dottorato in ambe le leggi concedute a Giambattista Tallietti d'Asti dal Marchese Carlo Maria Del Carretto Signore di Mombaldone.

Raccolta del Poteri-Miscellanea, Tom. II, Città d'Asti.

D. O. M. Carolus Maria de Carretto, Sacri Romani Imperii, Savonae, Clavexanae, Finarii, Spigni Marchio, Vicarius perpetuus Imperialis, Comes Palatinus Caesareus, et Dominus Montisbaldoni. Constantibus litteris in forma privilegiorum imperialium nobis et successoribus nostris in infinitum concessis et elargitis a Caesarea benignitate Leopoldi I et Ioseph I glor. mem. Augustissimorum Imperatorum Austriacorum, nec non confirmatis a S. C. C. M. Caroli VI Divina favente clementia Romanorum Imperatoris regnantis, queis, inter alia complura, quibus avitam sanguinis nostri nativitatisque eminentiam condecorare clementissime placuit, per totum Romanum Imperium et ubilibet terrarum locorumve, Doctores, Licentiatos, et Bacalaureos in utroque iure et medicina, magistros item, bacalaureos liberalium artium, Sacrae Theologiae et philosophiae, nec non poëtas laureatos creare, constituere et ordinare possimus ac valeamus; omnibus et singulis notum sit et manifestum, quod, quum nos certiores facti de fide, probitate, scientia, et bonis moribus, quibus perillustris D. Iohannes Baptista Tallieti civis Astarum dotatus est et ornatus, ut ex testimonio de eiusdem studio nobis plane constat, auctoritate qua supra enunciatorum privilegiorum co

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