La gerusalemme liberata, Band 2

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Crapart, Caille e Ravier, 1805
 

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Seite 33 - 1 tuo stato a me tu scopra, acciò ch'io sappia, o vinto o vincitore, chi la mia morte o la vittoria onore.
Seite 103 - Ecco il fonte del riso, ed ecco il rio Che mortali perigli in se contiene; Hor qui tener a fren nostro desio, Ed esser cauti molto a noi conviene...
Seite 116 - Lui guarda e in lui s'affisa, e non favella, o che sdegna o che pensa o che non osa. Ei lei non mira, e se pur mira, il guardo furtivo volge e vergognoso e tardo.
Seite 180 - Tragge dall' arme irate e vincitrici. Escon della cittade, e dan le spalle Ai padiglion delle accampate genti , E se ne van dove un girevol calle Li porta per secreti avvolgimenti ; E ritrovano ombrosa angusta valle Tra più colli giacer, non altrimenti Che se fosse un teatro , o fosse ad uso Di battaglie e di cacce intorno chiuso.
Seite 34 - 1 pie le manca egro e languente. Segue egli la vittoria, e la trafitta vergine minacciando incalza e preme. Ella, mentre cadea, la voce afflitta movendo, disse le parole estreme; parole ch'a lei novo un spirto ditta, spirto di fé, di carità, di speme: virtù ch'or Dio le infonde, e se rubella in vita fu, la vuole in morte ancella.
Seite 31 - Non schivar, non parar, non ritirarsi voglion costor, né qui destrezza ha parte. Non danno i colpi or finti, or pieni, or scarsi: toglie l'ombra e '1 furor l'uso de l'arte.
Seite 219 - ... 1 furor del suo signor seconda, raspa, batte, nitrisce e si raggira, gonfia le nari e fumo e foco spira.
Seite 34 - Amico, hai vinto: io ti perdon... perdona tu ancora, al corpo no, che nulla pavé, a l'alma si; deh! per lei prega, e dona battesmo a me ch'ogni mia colpa lave.
Seite 111 - 1 volto al volto attolle; E i famelici sguardi avidamente In lei pascendo, si consuma e strugge. S'inchina, ei dolci baci ella sovente Liba or dagli occhi , e dalle labbra or sugge ; Ed in quel punto ei sospirar si sente Profondo sì che pensi or l'alma fugge, E 'n lei trapassa peregrina.
Seite 50 - Esce allor de la selva un suon repente / che par rimbombo di terren che treme, / e '1 mormorar de gli Austri in lui si sente / e 1 pianto d'onda che fra scogli geme. / Come rugge il leon, fischia il serpente, / come urla il lupo e come l'orso freme / v'odi, e v'odi le trombe, e v'odi il tuono: / tanti e sì fatti suoni esprime un suono.

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