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da Padova, deputato alla cattedra di botanica (9). Il Carburi fu valoroso nella scienza medica, tanto che il re cristianissimo e la contessa d'Artois ricorsero a' suoi consigli, e fu ad un tempo celebre naturalista. E appunto dall'acquisto che fece il Re delle tre private raccolte del conte Belino, del Carburi (2) e del professore Vitaliano Donati vuolsi riconoscere la prima fondazione del museo di storia naturale della nostra università.

Però assai più che il Carburi fù ardente in questo studio il suo collega Donati, il quale non dubitò di spendere i brevi giorni della sua vita in continui viaggi intrapresi per amore della storia naturale. Già da dieci anni egli insegnava la botanica nell'università torinese, quando Carlo Emmanuele III, desiderando di promuovere con ogni sforzo possibile il commercio, l'agricoltura e tutte le scienze naturali, ordinò che si facesse un viaggio per l'Egitto e per le Indie, nominando guidatore principale di questa difficile impresa il Donati. Non mi distenderò a raccontare le particolarità di questo infelice viaggio, che ci viene descritto dal Bonino (3) e dal Tommaseo (); e basterammi il dire, che l'illustre Padovano vi morì il 16 di febbraio del 1762, non senza aver mandato una grande quantità di oggetti preziosi, che accrebbero

(1) 11 Donati nacque in Padova nel 1717.-V., intorno a questo dotto professore, MoSCHINI, Letteratura veneziana, vol. I, p. 41.

(2) La raccolta del Carburi fu comperata il 25 di aprile del 1764. Gli venne pagata con un'annua pensione vitalizia di lire mille, oltre gli altri assegnamenti, che già godeva come professore.

(3) Biograf. med. cit. 11, 145 e seg. - Ivi leggesi pure il Catalogo delle opere stampate ed inedite del DONATI.

(4) Biografia degli Italiani ill. del sec. xvnl e dei contemp., vol. ix, p. 106 e seg.

il tesoro del reale museo di storia naturale e di quello di antichità.

Ma molti anni prima che il Donati si accingesse a questo viaggio fatale, recandosi per cagione del suo uffizio nelle montagne di Aosta e della Savoia in cerca di semplici, aveva avuto il comando dal Re di notare tutte le cave sì di metalli e sì di marmi, che gli venisse fatto di scoprire, di osservarne la posizione e la struttura, d'indicare i boschi, donde si potessero cogliere il carbon fossile e le legna per la fusione dei metalli, e finalmente di accennare tutte le particolarità, che potessero condurre allo scoprimento ed al più facile lavoro delle miniere. Tornato in Torino, il Donati fece una ben particolarizzata relazione di quanto avea notato. Il Re, che fin dal 1749 avea mandato il cavaliere Nicolis di Robilant () con quattro compagni a visitare le miniere di Feidbergin, di Annover, di Brunswich, dell' Ungheria e del Tirolo, perchè vi imparassero la scienza metallurgica, vedendo quanto vantaggio potesse ricavare da una ben intesa coltura delle miniere di Aosta e della Savoia, deliberò di fondare una scuola, in cui gli uffiziali del reggimento dell'artiglieria fossero ammaestrati dal Robilant e da' suoi compagni nell'arte di cavar le miniere. Per questo effetto ordinò che si fabbricasse un laboratorio di chimica metallurgica; che si formasse un museo di minerali e di fossili, e creò il magistrato delle miniere, composto del conte Benso, primo presidente della camera dei conti, del conte De Gregory, soprantendente generale alle R. Finanze, del

(1) Era capitano nel reggimento della R. artiglieria.

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482 LIBRO TERZO

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CAPO VII - A. 1743-1751. COLL. DELLE PROV. ECC.

commendatore Ricca, soprantendente all'artiglieria, del cavaliere di Robilant, e del cavaliere Angiono. Con questi provvedimenti consigliati in parte dal Donati, il Re assicurava allo stato un ramo di commercio assai utile ed opportuno nelle nostre contrade, ed eseguiva il disegno mal riuscito a Vittorio Amedeo II (9).

Non chiuderò queste notizie intorno al Donati senza rammentare un altro servizio da lui reso al Piemonte. Il collegio di medicina era stato incaricato di comporre una farmacopea ossia un ricettario, in cui fossero raccolti i rimedi riconosciuti più salutari per mezzo di non fallaci esperienze. La cooperazione dell'infaticabile professore Padovano giovò assai ad accelerarne finalmente la publicazione (2) seguita l'anno 1751. Al ricettario fu aggiunta una nuova tassa de' medicinali, ed il magistrato del protomedicato ordinò a tutti gli speziali di dover comporre i loro medicamenti secondo le regole ivi proposte, con espresso divieto di mutare menomamente gl'ingredienti col pretesto, che potessero avere la stessa efficacia e virtù.

(1) Vittorio Amedeo II aveva chiamato dalla Sassonia alcuni uomini esperti, colla guida de' quali si potessero istruire i Piemontesi nella scienza metallurgica. Venne l'anno 1727 un certo Mikland con parecchi minatori annoveriani e sassoni, i quali per ordine del Re si applicarono all'escavazione delle miniere di rame in val d'Andorno. Vi si stabilirono le fonderie colla dovuta regolarità; ma, o per la difficoltà, che queste imprese sogliono incontrare nei primi principii, o per altra cagione che io non saprei, il lavoro andò lentamente, e dopo alcuni anni le miniere furono tutte abbandonate.

(2) V. R. biglietto, con cui Carlo Emmanuele III approva la farmacopea, stampato l'anno 1751.

483

CAPO VIII.

Il museo di antichità accresciuto coi monumenti trovati a Monteu di

Po. Accusa e ritrattazione di Francesco Antonio Chionio, professore Tumulto degli studenti pel ballo d'un orso.

di ragion canonica.

Stipendi de' professori. Loro accrescimenti.

Già da parecchi anni si andavano scoprendo a Monteu nuove vestigia dell'antica città d'Industria, distrutta o da terremoto, come pensano alcuni, o da inondazione del Po, o come altri vogliono, dalle incursioni dei barbari. Carlo Emmanuele risoluto di non lasciare intentata cosa alcuna, che potesse rendere glorioso il suo regno, mandò l'anno 1752 l'abate Rivautella, conservatore del museo archeologico insieme col capitano d'artiglieria Ronzino per fare uno scavamento in certi siti accennati dagli abitanti di quella terra, e spezialmente per vuotare un pozzo, donde si sperava di trarre una statua di bronzo, grande al vero, per essersi trovate intorno allo stesso pozzo alcune dita maestrevolmente lavorate. Dopo alcuni giorni d'inutile fatica, si scopersero finalmente in più luoghi mosaici e colonnati, sale e camere, ma guaste e senza arredi, ove si eccettui qualche rottame di vaso, di colonna, o qualche torso di statua; ciò che fece congetturare, che altra volta fossero già state visitate le rovine di codesta città. Siffatte reliquie aguzzarono vieppiù le speranze dei due antiquari; nè queste fur vane. Imperciocchè essendosi proseguiti con molto amore gli scavamenti, videro infine compensate le loro cure da una

abbondante raccolta di monumenti diversi. Tra le cose più notabili, che quindi furono disseppellite voglionsi nominare due grifi di marmo Pario, una sfinge in basso rilievo di mandolato di Verona, un bel tripode di bronzo, un mulino a mano di matrice di granata, un delfino di bronzo di oncie nove di lunghezza, due misure di bronzo, una Venere, tre Minerve, due Priapi, sette maschere da scena di bronzo, cinque dita del piede di una statua grande al naturale di bronzo dorato, un braccio della statua di una donna di bronzo, maravigliosamente condotto, cinque pesi antichi, una stadera di bronzo, cento trenta medaglie d'argento, quattrocento di bronzo, oltre a molti anelli, chiavi, fibbie, coltelli, urne, lucerne, ed altri istromenti domestici. A questo si aggiunsero ancora molte medaglie d'argento, e cento novantasei monete d'oro, consegnate dagli abitanti di quel villaggio; delle quali monete sessanta furono giudicate rarissime, e del valore di due zecchini per ciascheduna (). Tutti questi monumenti trasportati a Torino accrebbero poscia la suppellettile del museo archeologico, e fornirono argomento di dotte indagini al Bartoli, che creato già da due anni regio antiquario, molto si travagliava nello illustrare e nel disporre in ordine conveniente quanto si andava di giorno in giorno raccogliendo.

Ma qui dai pacifici ed ameni studi dell'antiquaria, io debbo chiamare l'attenzione de' miei lettori ad uno di quegli avvenimenti, i quali non che turbare i queti recessi delle muse, bastano talvolta a mettere in iscompiglio le città e le nazioni intere. Al Campiani professore

(1) PASINI, Ms. cit.

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