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sua qualità di gran cancelliere, il vero capo del magistrato della riforma. E nessuno certamente meglio dello Zoppi poteva in questa parte consigliare il Re; dacchè prima di salire alle cariche più eminenti dello stato, essendo lettore primario di leggi nello studio di Pavia, aveva potuto, anche per esperienza, conoscere quali ordinamenti giovino a promuovere nelle università la coltura delle varie discipline. Ma parrà strano per avventura a' miei lettori, che, mentre il Re, ed i suoi illuminati ministri con infinite cure si adoperavano per tenere in fiore gli studi, e far sì che l'alloro dottorale non coronasse che le dotte fronti, parrà strano, io dico, che fosse tuttavia in Piemonte chi valendosi di un ridicolo diritto, tendesse a rendere inutili, per quanto era in lui, questi salutari provvedimenti. Parlo della facoltà, che i marchesi Del Carretto, signori di Mombaldone, avevano ottenuto dall'imperatore Leopoldo I, di creare a loro posta dottori di qualunque facoltà, maestri e baccellieri di belle arti, e poeti laureati. Quantunque parmi, che assai più strano debba sembrare, che non mancassero tra noi gli scimuniti, i quali non avendo tintura alcuna di lettere, non arrossivano di portare un titolo compro con poche monete; titolo, che a bello studio profondevasi da que' potenti per istrazio dei veri dotti; quasichè volessero con ciò vendicarsi, che fossero passati que'tempi felici, in cui l'uso solo delle armi procacciava nobiltà, e le scienze e lettere erano occupazioni da servi.

So che a' nostri giorni, anche i meno amici della dignità dell' uomo si ridono di questa dabbenaggine de' nostri arcavoli. Nondimeno io stimo, che non sia disforme all'indole di questa Storia il tramandare alla memoria

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LIBRO TERZO

CAPO V- VICENDE VARIE DEGLI STUDI, ECC.

de' posteri un autentico documento (), con cui l'anno 1737 fu conferita per imperiale autorità la laurea in ambe le leggi a Giambatista Tallietti, cittadino d'Asti, il quale trovò più facile il prostrarsi al signorotto di Mombaldone, che logorarsi sui libri, e assidersi per molti anni sui banchi dell'università.

(1) Lettere patenti di dottorato in ambe le leggi conceduto a Giambatista Tallietti d'Asti dal marchese Carlo Maria Del Carretto, signore di Mombaldone, dei 16 di settembre del 1737. - Trovasi nella raccolta del Poteri, Miscellanea, tom. ¡l, città d'Asti.

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Cattedre nuove.

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CAPO VI.

Conferenze di teologia morale. - Professori straordinari soppressi. - Nuovi gradi. - Scuola di disegno. - Creazione di sei collegi di grammatica in Torino. Le segreterie dei quattro collegi

delle facoltà riunite- con quella dell' università. Dote fissata alla biblioteca.

Un solo erario. Creazione del magistrato del protomedicato. Professori di medicina addetti all'ospedale di s. Giovanni. - Studenti di chirurgia deputati al servizio degli spedali. - Il P. Crust congedato. Disegno di un museo. Si dà lo scambio a tutti i riformatori. La carica di censore ristabilita nell'università. Morte del marchese Zoppi. - Fondazione della Stamperia Reale. Il marchese D'Ormea gran cancelliere. - Gian Domenico Chionio professore di eloquenza latina. Giuseppe Bartoli professore di eloquensa italiana. Riordinamento degli studi di belle lettere da lui proposto.

Tra i provvedimenti, che il gran cancelliere Zoppi propose al Re, fu riputato utilissimo quello di accrescere il numero delle cattedre, sicchè riuscisse più compiuto l'insegnamento universitario. Correndo l'anno 1737 i professori erano vent'uno; de' quali quattro per la teologia, cinque per la giurisprudenza, sei per la medicina e chirurgia, due per la filosofia, due per la matematica, e due per l'eloquenza. Addì 3 di aprile dell'anno seguente fu istituita una nuova cattedra per le lingue orientali, ed affidata al P. domenicano Amedeo Agnesi da Cuneo. All'insegnamento della filosofia morale, stato fino allora congiunto con quello della fisica, venne deputato il P. Michele Casati dell'ordine dei cherici regolari teatini ("),

(1) II Casati era nato sul cominciare del secolo xvII d'illustre famiglia in Milano. Fu per sedici anni professore di filosofia morale e poscia di teologia nell'università torinese; e l'anno 1753 fu destinato alla sedia vescovile di Mondovì.

uomo dotto, e di cui dura tuttavia gloriosa la memoria nella diocesi di Mondovì (, dove morì vescovo l'anno 1782. Fu parimente stabilita una cattedra per le istituzioni chirurgiche, alla quale fu destinato il professore sostituito Carlo Lotteri da Villanova d'Asti, cerusico delle guardie del Corpo. E siccome la facoltà chirurgica era quella, che abbisognava oltre ogni altra di essere rialzata dal basso stato in cui era caduta, il 29 di settembre dello stesso anno 1738 S. M. prescrisse un nuovo regolamento per l'esercizio della medesima, e ordinò, che fosse stabilita nell'università un'accademia cerusica, da tenersi una volta al mese, e che a coloro, che in fine d'ogni anno avessero dato saggio di maggior sapere, fosse distribuito un medaglione a spese dell'erario (2).

Nè qui ebbero fine i sovrani favori verso l'università. Per addestrare i giovani alla soluzione dei casi di coscienza, stabili quattro conferenze di teologia morale, creandone direttori l'abate Gian Pietro Costa del Villar di san Costanzo, il teologo Giambatista Bosio, il teologo Tommaso Castelli, e il P. Amedeo Agnesi. Furono soppressi i professori straordinari, fu ristabilito il magistero e il baccellierato, si fissò una tariffa per gli esami, si promulgarono nuove regole per la collazione dei gradi, si aperse una scuola di disegno, ed uno studio di scultura (3), si crearono nella città di Torino sei collegi di

(1) V. su questo proposito l'Orazione funebre detta dal teologo canonico Pietro Antonio VALLAURI nei funerali di monsignor Monale. Torino, Favale, 1842, in-8.o a pag. 10.

(2) PASINI, Ms. cit.

(3) Questo studio di scultura fu primamente aperto sotto i regii Archivi, e nel 1741 fu poi trasportato alla fine del giardino reale sotto la direzione di Simone Martinez romano, uomo di moltissima abilità,

grammatica, le segreterie dei quattro collegi di teologia, di legge, di medicina e chirurgia furono unite con quella dell'università, e finalmente furono uniti coll'erario dell'università gli erari dei collegi predetti, e quello della biblioteca, alla quale si fissarono tremila lire all'anno per le spese occorrenti ).

Anche l'anno 1739 si publicarono molti provvedimenti riguardanti lo studio torinese; tra i quali è notabile l'editto, con cui il protomedicato venne separato dal collegio dei medici. Già altra volta nel corso di questa Storia (*) ho parlato del protomedico, della sua autorità, e de' suoi privilegi. Dopo quei tempi Cristina di Francia Duchessa di Savoia con suo editto dei 23 di aprile 1643 creò la carica di protomedico generale, a cui conservò tutti i diritti, onori e privilegi conceduti fino allora ai protomedici (3). Poscia per le costituzioni universitarie del 1729 (4),

fatto venire a bella posta di Roma. E per promuovere più facilmente lo studio di quest'arte, si elessero alcuni giovani di buona aspettazione, e si consegnarono al Martinez coll'annua pensione in tutto di lire cinquemila. I primi lavori che sieno usciti dallo studio di questo valoroso artista sono le due statue di marmo di Carrara rappresentanti s. Giuseppe col Bambino Gesù, le quali furono poste nella chiesa dei PP. carmelitani. L'anno 1739 questo studio fu accresciuto di lavoratori per eseguire i bassi rilievi e le statue destinate da S. M. per ornamento del reale palazzo, e spezialmente della galleria dipinta dal cavaliere Beaumont. I marmi bianchi o bigi per detti rilievi e per le statue, furono scavati dalle montagne di Valdieri, e per tale scavamento furono spese diecimila lire.

(1) Reg. dell'univ. dall'anno 1737 al 1750.

(2) Libro 1, cap. II.

(3) La serie dei protomedici fino al 1613 componesi dei seguenti: Capra, Buccio, Fresia, Fiocchetto. - I protomedici generali furono Guigonio, Boursier, Reynaudo, Richa.

(4) Tit. vil, cap. I, $8 e seg. Ivi sono determinate le incumbenze

del protomedicato.

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VALLAURI. Storia delle Università ecc.

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