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LIBRO PRIMO.

DALLA FONDAZIONE DELLO STUDIO GENERALE DI VERCELLI

VERSO IL 1224 SINO ALLA RISTORAZIONE DI QUELLO DI TORINO SEGUITA NEL 1566.

CAPO I.

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Fondazione dell'università degli studi in Vercelli. Convenzione del comune di Vercelli coi rettori degli scolari dello studio di Padova. - Lettera di Federigo II ai Vercellesi. - Quitanze di quattro professori vercellesi dell'anno 1267. Convenzione tra il sindaco di Vercelli e il dottore di leggi Salvi Marano da Parma. Altri professori vercellesi. Lo studio cessa verso il 1400. Sito dell'università vercellese. Influenza dello studio di Vercelli sul Piemonte.

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Insino al secolo undecimo l'insegnamento letterario e scientifico rinchiuso per lo più nelle solitarie mura dei monasteri, o ridotto per ordine dei vescovi presso qualche chiesa delle più popolose città, non bastava a gran pezza a ridestare il sacro fuoco del sapere, che erasi spento in quei ferrei secoli che tennero dietro alla caduta della dominazione romana. Nel secolo XI poi e nel XII non era senza gran disagio, che i nostri giovani dovevano recarsi a Bologna, a Padova od a Parigi per attingervi la desiderata dottrina. Imperciocchè quantunque nelle terre un po' cospicue si trovassero qua e là maestri di alcune scienze, e spezialmente di medicina e chirurgia; ad ogni modo e per l'ignoranza degli stessi

maestri, e pel cattivo metodo d' insegnamento, queste scuole private riuscivano di poco o nessun vantaggio a chi le frequentava. Per la qual cosa in tanta inopia e distanza di publici insegnatori bene spesso accadeva che i più svegliati ingegni di queste nostre contrade languissero incolti; nè era punto raro, che nello esercizio dei publici uffizi venisse meno la perizia dei magistrati. Ad ovviare a tanti incomodi assai bene consigliavasi il comune di Vercelli di adoperarsi affinchè venisse trasportato in quella città lo studio generale di Padova.

In quale anno seguisse questa traslazione non è ben certo, perchè non è pervenuto insino a noi alcun documento, che ci chiarisca pienamente su questo punto. Il più antico monumento riguardante l'università di Vercelli è uno statuto del 1224 di fra Arrigo contro ai catari ed altri cretici. Ivi si ordina, che continuando lo studio generale in Vercelli, e durando le condizioni fermate tra il comune di Vercelli e gli scolari, ove abbia luogo l'elezione di altri professori, la prima a farsi sia quella del teologo collo stesso stipendio degli altri suoi colleghi. Questo prezioso documento, di cui si ha da breve tempo notizia, mostra chiaramente, che la carta studii

(1) «< Item statuit et ordinat quod remanente studio generali Vercellis et permanentibus conditionibus que sunt inter comune Vercellarum et scolares. quando aliorum doctorum fit electio, prima de theologo uno fiat. qui particeps sit salarii in pretaxatione sicut et ceteri doctores . nec obstet quod non nominatur theologus in condicionibus illis ». Questo statuto porta la data del 1224, marzo, indizione xil, e trovasi nell'archivio civico di Vercelli a carte 55 di un volume contenente molti statuti dell'anno 1242 ed altri anteriori, compilati d'ordine del podestà di Vercelli VITALE DE BECCARIA (imperiali edicto potestas) e da lui resi esecutorii ab anno novo in antea currente м CC XLII.

et scolarium commorantium in studio Vercellarum del 4 di aprile del 1228 (2) non è la convenzione, con cui siasi istituito primamente lo studio vercellese, come si credette dal Panziroli (3), dal p. Zaccaria), dal Durandi (5) e dal Tiraboschi (6) ma bensì una continuazione o conferma di altro simile atto precedente (:). Il dotto mio amico e collega cavaliere Cibrario vedendo come questa seconda convenzione del 1228 fu fatta per otto anni, suppone, che per altrettanti anni si fosse intesa anche la prima, e pensa perciò (8), che la fondazione dell' università vercellese debba riferirsi al 1220.

Ma qualunque sia l'opinione che ci piaccia di seguire su questo proposito, egli è certo, che le fazioni e le discordie religiose, onde era travagliata la città di Padova sul cominciamento del secolo XIII, la rendevano stanza poco atta ai pacifici studi. Per la qual cosa e maestri e scolari dovevano essere naturalmente disposti a ripararsi

(1) In questa il comune di Vercelli trattò coi rettori degli scolari di varie nazioni che concorrevano a Padova, affinchè quello studio fosse trasportato a Vercelli.

(2) Trovasi nell'archivio civico di Vercelli a carte 395 del libro I ed a carte 455 del libro IV dei Biscioni.

(3) De claris leg. interpret. lib. ul, cap. xI, p. 328.

(4) Iter literar. P. I, c. 9, p. 142.

(5) Dell'antica condizione del Vercellese, p. 48.

(6) Vol. iv, lib. I, p. 57.

(7) Questa opinione è pure seguitata da ALESSANDRO MELLA ARBORIO nel suo discorso intitolato: La chiesa di Vercelli. Vercelli, per Gaspar Marta, 1658. Ivi a pag. 62 leggesi: «< Ella (Vercelli) hebbe negli andati tempi un studio florido, che intermesso per causa delle guerre, fu ristorato nell'anno 1228 con numeroso concorso di Francesi, Inglesi, Normandi, Italiani, Spagnuoli, Provenzali, Catalani e Germani...». (8) Storia della monarchia di Savoia, vol. I, lib, iv, p. 262

2 VALLAURI. Storia delle Università ecc.

in una terra più tranquilla, qualunque volta ne venisse loro il destro.

E questa opportunità fu loro offerta dal comune di Vercelli, che alcuni anni prima del 1228 ) gl' invitava a volersi trasferire sulle sponde della Sesia. Rinnovossi poi la convenzione il di aprile dell'anno predetto, es"sendo podestà di Vercelli Rainaldo Trotto. Recatisi per commissione di lui in Padova Alberto di Bondonno e Guglielmo de Ferrario, ivi fermarono le seguenti condizioni coi rettori delle diverse nazioni degli scolari, i quali erano divisi in Francesi, Inglesi, Normanni, Italiani, Provenzali, Spagnuoli e Catalani.

Il comune di Vercelli darà agli scolari cinquecento camere (2) (quingenta hospitia) delle migliori che si troveranno nella città, ed anche più ove sieno necessarie; in modo però, che la pigione della migliore camera non ecceda la somma di lire 19 pavesi.

(1) In quel torno, vale a dire, l'anno 1225 il medico Gerardo De Arixio fondando un ospedale pei poveri in Santià sua patria, ordinava che vi si mantenesse un maestro per l'insegnamento della chirurgia. Ecco un brano degli statuti compilati dallo stesso fondatore: Item habeatur in hospitali.... et magister in operationibus manualibus, qui teneatur et docere fratres in phlobotomia et in cauterisatione et in ligaturis. Et ipse magister non accipiat salarium nisi a... hospitalis et de redditibus hospitalis. Et non recuset docere venientes ad studendum in sancta Agata. La pergamena di questa fondazione è stata scritta da Rodolfo notaro Palatino il xv di aprile, indizione xil. V. MalaCARNE, Dei medici e dei cerusici ecc. I, p. 78, 118, 134. BONINO, Biogr. med. vol. I, p. 10.

(2) 11 p. ZACCARIA lesse male questa parte del documento, e scrisse (loc. cit.) quinquaginta in vece di quingenta. Il DURANDI (loc. cit.) seguitò il ZACCARIA; ma parendogli che quinquaginta hospitia fossero poca cosa, interpret hospitia per palazzi; ciò che è troppo, e che ripugua a parecchi luoghi del documento.

Impresterà agli scolari la somma di lire diecimila pavesi.

Non permetterà che si estraggano dal contado le vettovaglie della giurisdizione di Vercelli; farà fare due volte la settimana il mercato, e proibirà che dette vettovaglie si vendano prima dell'ora di terza a persona che le debba rivendere.

Terrà nel magazzeno (caneva) cinquecento moggia di formento e cinquecento di segala, e le venderà ai soli scolari a quel prezzo, a cui l'avrà comperata.

Assegnerà un competente stipendio ad un teologo, a tre professori di legge (tribus dominis legum), a due decretisti, a due decretalisti, a due medici (duobus fisicis), a due dialettici e a due grammatici (). Questo stipendio, che si dovrà pagare prima della festa di San Tommaso apostolo, sarà fissato prima della solennità di Ognissanti a giudizio di due scolari e di due cittadini; ed ove questi non si accordassero, si starà all'arbitrio del vescovo. I professori poi saranno eletti fra i migliori e più riputati dai quattro rettori degli scolari, cioè dal rettore dei Francesi, dal rettore degli Italiani, dal rettore dei Teotonici e da quello dei Provenzali.

*

Il podestà di Vercelli, poichè saranno fatte le elezioni, manderà suoi messi a spese del comune e nel termine di quindici giorni per cercare i professori nominati, ed invitarli a recarsi in Vercelli per fare l'uffizio loro.

Il comune di Vercelli manterrà la pace in città e nel

(1) Grammatici chiamavansi a quei tempi quelli che ora diciamo professori di belle lettere.

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