The Poetry of Giacomo Da Lentino, Sicilian Poet of the Thirteenth Century

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Harvard University Press, 1915 - 150 Seiten
 

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Seite xxii - Di qua dal dolce stil nuovo ch' i' odo. Io veggio ben come le vostre penne Diretro al dittator sen vanno strette, Che delle nostre certo non avvenne. E qual più a guardar oltre si mette, Non vede più dall' uno all' altro stilo ; E quasi contentato si tacette.
Seite 68 - Sì come il sol che manda la sua spera e passa per lo vetro e no lo parte, e l'altro vetro che le donne spera che passa gli occhi e va da l'altra parte, 5.
Seite xxvi - ... sottilmente questo grazioso poeta d'amore ogni qualità, virtù e accidente descrisse, onde nella sua età di tanto pregio fu giudicata, che da tre suoi contemporanei, prestantissimi filosofi, fra li quali era il romano Egidio, fu dottissimamente commentata.
Seite xxii - O frate, issa veggio, disse, il nodo Che il Notaro, e Guittone, e me ritenne Di qua dal dolce stil nuovo ch' i
Seite 18 - Al mio vivente, amore, io non ti falliragio per lo lusingatore, che parla di fallagio ». 35 « Ed io sì t'ameragio per quello eh 'è salvagio: Dio li mandi dolore!
Seite i - Harvard Studies in Romance Languages. Published under the direction of the Department of French and other Romance Languages and Literatures. Vols. I-III have been issued. Harvard Business Studies. Four volumes have been published.
Seite 85 - ... nentr'esso la porto laonque i' vone? Loco laonde intra già non pare, ond'io gran meraviglia me ne done; ma voglio lei a lumera asomigliare, e gli oc[c]hi mei al vetro ove si pone: lo foco inchiuso poi passa di fore lo suo lostrore, sanza far rot[t]ura; così per gli oc[c]hi mi pass'a lo core, no la persona, ma la sua figura.
Seite 73 - Dio servire, com'io potesse gire in paradiso, al santo loco ch'aggio audito dire, u' si mantien sollazzo, gioco e riso. Sanza mia donna non vi voria gire, quella c'ha blonda testa e claro viso, che sanza lei non poteria gaudere, estando da la mia donna diviso. Ma no lo dico a tale intendimento, perch'io peccato ci volesse fare; se non veder lo suo bel portamento e lo bel viso e '1 morbido sguardare: che lo mi teria in gran consolamento, veggendo la mia donna in ghiora stare.
Seite 74 - Lo chiaro viso de la più avenente, l'adorno viso riso mi fa fare: di quello viso parlane la gente, che nullo viso a viso li pò stare. Chi vide mai così begli occhi in viso né sì amorosi fare li sembianti, né bocca con cotanto dolce riso? Quand'eo li parlo moroli davanti, e paremi ch'i' vada in paradiso, e tegnomi sovrano d'ogn'amanti.
Seite 81 - ... 1 carbonchio fino, lo qual è molto risprendente cosa, non ano tante belezze in domino quant'à in sé la mia donna amorosa. E di vertute tutte l'autre avanza, e somigliante [a stella è] di sprendore, co...

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